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Rai, i sindacati a Luigi Gubitosi: ‘I tagli avranno un effetto devastante’

Italia


Non si placa la protesta dei sindacati per la cessione del 40% di RaiWay per rispondere alla spending review che il governo ha chiesto alla Tv pubblica pari a 150 milioni di euro.

Oggi i rappresentati sindacali hanno avuto un incontro con il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, per discutere degli impatti che i provvedimenti in atto avranno sul servizio pubblico e sui dipendenti mentre si riaccende la discussione sulla possibilità di inserire il canone in bolletta dopo le dichiarazioni del Sottosegretario Graziano Delrio.

Per rispettare le indicazioni del governo di Matteo Renzi, secondo i sindacati, l’Aera News, l’offerta Canali, la produzione, le sedi regionali e l’area corporate saranno tutti oggetto di radicali tagli per reperire le risorse richieste.

 

Slc Cgil, Fistel CISL, Uilcom Uil, Ugl Telecomunicazioni, Snater e Libersind-ConfSal non hanno intenzione di mollare la presa.

Per i sindacati, “I 150 milioni di euro ai quali la Rai dovrà rinunciare nel 2014, ai quali non è chiaro se andranno ad aggiungersi ulteriori riduzioni dei costi operativi del 2,5% (per ulteriori 50 milioni di euro) nel 2014 e del 4% nel 2015, avranno un effetto devastante sulla tenuta del perimetro aziendale oltre che sulla tenuta occupazionale”.

 

Sindacati: ‘I tagli penalizzeranno i precari della Rai’

Nella riunione odierna i rappresentanti sindacali hanno sottolineato che l’impatto del decreto che prevede i tagli per la Rai sarà pesantissimo.

“Alla già paventata vendita della quota del 40% di RaiWay – commentano – si aggiungerebbero tagli sul perimetro produttivo dell’azienda, con le inevitabili conseguenze sui livelli occupazionali e sull’attuazione degli accordi sottoscritti che di fronte a questo vero e proprio tsunami difficilmente troveranno applicazione, penalizzando tutti i lavoratori, a partire dalla fascia più debole dell’azienda, quella dei precari“.

 

Senza tralasciare che nel 2016, tra soli due anni, scadrà la concessione del servizio pubblico alla Rai. Davanti a questa imminente scadenza, osservano i sindacati, “il governo sceglie di intervenire con un provvedimento che scippa alla Rai risorse essenziali per il suo stesso sostentamento, dopo aver già bloccato il recupero dell’inflazione sul canone per l’anno in corso”.

 

‘Il decreto va rivisto’

I sindacati chiedono alla Rai di “non accettare passivamente la volontà della politica, valutando le possibili eccezioni nei confronti del Governo e i possibili ricorsi a difesa del servizio pubblico”. Questione già sollevata dal consigliere Guglielmo Rositani che vorrebbe impugnare il decreto e ha già indirizzato una lettera alla Commissione presieduta da Roberto Fico.

Le sigle sindacali chiederanno un incontro urgente alla Commissione di Vigilanza “per sollecitare un intervento teso alla rivisitazione di un decreto che, se convertito in legge, determinerà la distruzione della più grande azienda culturale del paese”.

Il prossimo appuntamento è fissato per domani, data in cui si terrà un coordinamento unitario di tutte organizzazioni sindacali.

 

Maurizio Gasparri (FI): ‘Dal governo Renzi interventi rozzi e improvvisati’

All’appuntamento parteciperà anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che ha già rilanciato: “La legge Gasparri garantisce l’equilibrio del sistema radiotelevisivo, ha favorito il pluralismo, ha moltiplicato l’offerta con il digitale terrestre e l’ulteriore sviluppo del satellitare. Ora, con interventi rozzi e improvvisati, il governo Renzi vuole mettere al tappeto il servizio pubblico senza offrire nessun beneficio agli utenti che pagheranno lo stesso canone. In pratica la gente pagherà e Renzi incasserà il pizzo sul canone, spingendo allo smantellamento di strutture strategiche come le reti di trasmissione o le sedi del territorio. Tutto si può rivedere o riorganizzare, sprechi e prebende vanno eliminati. Ma non si può agire a caso. La Rai deve cambiare, ma non deve morire”.

 

Graziano Delrio: ‘Non accantonata ipotesi canone in bolletta’

Si riaccende intanto lo scontro sul fronte canone, dopo le dichiarazioni del Sottosegretario alla presidenza del Consiglio Delrio, che in un’intervista avrebbe dichiarato che l’ipotesi “non è stata per niente accantonata“.

Ipotesi che però il governo aveva categoricamente smentito recentemente, parlando di “notizie destituite di fondamento“.

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