Europa
Si riverbera anche a Bruxelles – dove si è svolto stamani il workshop ‘A New Digital Agenda For Europe’ (#NewDAE14) – il confronto ‘telco vs OTT’ e il dibattito sulla necessità di regole uguali per tutti gli attori della catena digitale, ma con la prospettiva che si possa uscire dalla contrapposizione per arrivare, infine, ad accordi da cui possano beneficiare tutte le parti interessate.
È questo il sentire dell’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, che ha ribadito come la concorrenza dei cosiddetti Over The Top (ossia le aziende internet americane come Google, Facebook o Apple) è “una minaccia chiarissima per chi deve investire miliardi di euro” nelle reti. Con gli OTT, tuttavia, è possibile anche giungere ad alleanze come quella che Telecom Italia sta imbastendo con Amazon – dopo un primo accordo per rendere disponibili le applicazioni Amazon Mobile App e Kindle per Android App sui dispositivi Tim.
Per questo accordo, ha detto Patuano, “veniamo remunerati da Amazon su base transazionale”, ma in discussione c’è anche una possibile intesa relativa ai servizi di cloud computing: “…la suite di prodotti Amazon web services è molto interessante. Noi abbiamo i data center in Italia, il customer service e la proximity al cliente. Quindi interessa a tutti e due”, ha spiegato Patuano, che ha parlato anche di un accordo con Facebook su temi infrastrutturali e di una apertura di Telecom Italia ad alleanze con fornitori di contenuti video (come quello siglato con Sky) nell’ottica di un nuovo rapporto di cooperazione, e non solo di concorrenza, tra operatori telefonici e fornitori di servizi online.
Intervenendo a margine del convegno organizzato da ETNO, Patuano ha sottolineato come, allo stato attuale, non sia solo la concorrenza degli OTT a impensierire gli operatori telefonici, alle prese anche con regole che imbrigliano il settore e che impediscono alle imprese europee di competere ad armi pari con i rivali asiatici e americani e di monetizzare, ad esempio, l’esplosione dei big data.
Le attuali regole mancano infatti di “una visione di politica industriale” e pur se “astrattamente condivisibili” rischiano di risultare “scarsamente utili alla Ue e ai Paesi membri”, proprio in un momento in cui “alla Ue servono investimenti, infrastrutture, opportunità per creare occupazione”, nonché “la possibilità di ridurre i costi improduttivi”.
Serve, insomma, a giudizio dell’ad di Telecom Italia, un “maggiore allineamento tra la politica industriale e la regolamentazione di settore” e il semestre di presidenza italiana dell’Ue potrà essere funzionale anche in questo senso.
È necessario, ha ribadito quindi Patuano, che le aziende del settore possano contare “su prezzi prevedibili sul lungo periodo per consentire un adeguato ritorno sugli investimenti”, dal momento che è proprio la Commissione europea a chiedere agli operatori di investire miliardi di euro per dotare il continente di un’infrastruttura digitale in grado di risollevare la competitività e l’innovazione. Di riportare l’Europa, in poche parole, ai fasti degli anni ’90, quando era leader del settore delle tecnologie di comunicazione.
Una leadership persa a vantaggio dei competitor americani ed asiatici – come conferma il dato secondo cui c’è solo un OTT europeo tra i primi 25 al mondo, ed al 25esimo posto – ma che è essenziale riprendere per non essere che ‘follower’ della rivoluzione digitale in atto.
Per uscire dall’impasse, secondo Patuano, è necessario quindi “ridurre la regolazione sui prezzi all’ingrosso e permettere consolidamento settore”.
Come ha sottolineato anche il presidente del board Etno, Luigi Gambardella, “Bisogna consentire agli operatori europei di rafforzarsi sul loro territorio per non diventare facile preda di player stranieri” e occorre altresì “rimettere l’Europa sulla mappa dello sviluppo digitale facendo leva sul potenziale degli operatori”, che sono il vero, ultimo “gioiello della corona digitale europea”.