Stati Uniti
La Federal Communication Commission, il regolatore del mercato tlc Usa, ha proposto nuove regole sulla net neutrality che permetterebbero ai fornitori di servizi a banda larga di farsi pagare un extra dalle aziende in cambio una ‘corsia preferenziale’ per i loro servizi.
La proposta, sviluppata dal presidente della FCC, Tom Wheeler, impedirebbe ai provider come Comcast, Verizon o Time Warner di bloccare o rallentare determinati siti o servizi per garantire che i consumatori possano accedere ai contenuti che vogliono. Allo stesso tempo, però, i provider i provider potranno stringere accordi con i fornitori di contenuti (come Google o Netflix) per trattare il loro traffico in maniera preferenziale, purché i termini di questi accordi siano ‘commercialmente ragionevoli’ per tutte le aziende interessate. La ‘ragionevolezza degli accordi, secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, sarà decisa dalla FCC volta per volta.
Se fosse approvata in questi termini, la proposta della FCC rappresenterebbe una vittoria per gli operatori americani, i quali potrebbero così ottenere introiti supplementari dai fornitori di contenuti, oltre che dai consumatori, come del resto stanno chiedendo, inascoltate, anche le telco Ue.
La FCC, insomma, andrebbe in direzione contraria rispetto a quella intrapresa dal Parlamento Ue, che ha invece votato norme molto stringenti in questo senso (anche se la proposta votata dal Parlamento non convince alcuni Stati membri) e se le nuove regole entrassero in vigore Usa ed Europa potrebbero trovarsi su due fronti opposti in tema di net neutrality.
“La FCC – ha dichiarato al New York Times il presidente del board di Etno, Luigi Gambardella – vuole riconoscere che l’innovazione è la vera essenza di internet”.
“Un simile approccio è in netto contrasto con le regole iper-intrusive votate recentemente dal Parlamento europeo”, ha aggiunto Gambardella.
Per garantire la massima trasparenza, le regole proposte dalla FCC imporranno ai fornitori di servizi broadband di rivelare una quantità sostanzialmente maggiore di informazioni sulle loro reti, inclusi dettagli quali la velocità e il livello di congestione dei loro servizi sull’ultimo miglio.
La proposta non affronta la questione del peering, che permette ai fornitori di contenuti di assicurare uno streaming senza intoppi per i loro servizi connettendosi direttamente alle reti delle società tlc e via cavo senza passare da intermediari.
È la terza volta che il regolatore interviene sulla net neutrality: le precedenti proposte sono state bocciate dal tribunale di Washington che ha accolto un ricorso presentato da Verizon contro Netflix.
Quest’ultima proposta sembra dunque un compromesso tra i diritti dei consumatori e la necessità degli ISP di gestire il traffico e differenziare le loro offerte.
Come le precedenti, tuttavia, anche queste nuove regole non si applicheranno agli operatori mobili che non sono soggetti a regole sulla net neutrality.
Anche se il piano non dovrebbe avere ripercussioni (almeno non nell’immediato) sui consumatori, le associazioni si sono già schierate contro la proposta, considerata come l’anticamera della creazione di una corsia preferenziale su internet accessibile solo a chi potrà permettersi di pagare.
Secondo l’American Civil Liberties Union, la proposta potrebbe ostacolare l’innovazione e portare a un aumento dei prezzi per i consumatori.
Free Press ci va giù ancora più pesante, sottolineando che la FCC starebbe aiutando i grandi ISP a distruggere internet aperto.