Europa
Germania e Regno Unito pronte a fare fronte comune contro le stringenti proposte sulla net neutrality votate poche settimane fa dal Parlamento europeo.
Gli Stati membri si riuniranno infatti il prossimo 29 aprile per completare l’esame del pacchetto ‘Connected Continent’, presentato dalla Commissione a settembre dello scorso anno, ma poi decisamente snaturato dal Parlamento, soprattutto per quel che concerne le regole sulla net neutrality.
In vista di quest’appuntamento, secondo quanto riferito dal sito European Voice, Germania e Regno Unito avrebbero fatto circolare un documento in cui si chiede agli Stati membri di rimuovere ampi stralci della proposta della Commissione.
“Alcuni elementi della proposta sono complessi e presentano problematiche significative” che potrebbero impedire il raggiungimento di “un rapido accordo“, si legge nel position paper.
In linea con la proposta della Commissione, il documento sottolinea la necessità di fissare una data certa per l’abolizione del roaming ma chiede di introdurre regole sulla net neutrality meno rigide, giusto per garantire che le telco non discrimino alcuni servizi internet.
Un approccio che però metterebbe gli Stati membri in rotta di collisione col Parlamento europeo, che ha introdotto norme molto severe sulla net neutrality che introducono restrizioni significative alla possibilità di offrire servizi specializzati, ossia quei servizi – come il video on-demand, le applicazioni dati business-critical con cloud ad alta intensità (per l’archiviazione dati) e tutti i servizi di telemedicina – che garantiscono una qualità di servizio superiore e necessitano inevitabilmente di connessioni speciali tra utenti e fornitori.
Germania e Regno Unito, dove hanno sede due dei principali operatori tlc del Continente (Deutsche Telekom e Vodafone) chiedono anche di rimuovere le disposizioni sull’accesso all’ingrosso, quelle sull’armonizzazione delle aste di frequenze e sulla regolazione delle chiamate internazionali.
L’obiettivo del pacchetto, secondo il Commissario per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, era quello di permettere ai consumatori di risparmiare sul costo dei servizi, di semplificare le formalità burocratiche in capo agli operatori, di garantire la net neutrality in tutta Europa e una serie di nuovi diritti sia per gli utenti che per i fornitori di servizi per far sì che l’Europa riconquisti la leadership nel mercato digitale.
Ma secondo i detrattori- tra cui le telco in blocco comune e la Fédération Française des Télécoms – la versione del testo uscita dal Parlamento si allontana vistosamente da questi obiettivi e rischia di mettere ancora più in difficoltà il settore europeo delle telecomunicazioni, proprio in un momento in cui è necessario investire diverse centinaia di miliardi di euro per dotare l’Europa di un’infrastruttura broadband che rilanci la crescita e la competitività del Continente.