Mondo
Martedì 15 aprile, i Google Glass sono stati messi in vendita negli Usa, ma in quantità limitata e nel corso di una vendita flash durata 24 ore.
Un evento che ha risvegliato le speranze di chi sogna un mondo sempre connesso, ma anche l’ansia di chi vede in questi occhiali uno nuovo strumento da ‘Grande Fratello’ digitale.
A inquietare i detrattori dei Google Glass è soprattutto la possibilità che la loro capacità di fornire informazioni in tempo reale sulle persone che si incrociano per strada, di filmarle a loro insaputa e di trasmettere le informazioni sul web mandi definitivamente a farsi benedire il diritto alla privacy.
Più cresce il numero di persone che indossano i Google Glass, più la ‘resistenza’ cresce e si organizza: capofila il collettivo ‘Stop the cyborgs’ che già da un annetto si batte per la creazione di zone ‘vietate’ ai Google Glass e cerca di convincere ristoranti, bar e altri luoghi pubblici ad aderire alla messa al bando.
Nei mesi scorsi, anche la catena di cinema AMC ha definito ‘inopportuno’ l’ingresso al cinema coi Google Glass.
Una resistenza che, purtroppo, in alcuni casi, diventa anche violenta: secondo il sito Mashable, almeno una ventina di utilizzatori dei Google Glass sarebbero stati aggrediti per strada a San Francisco. Tra questi, anche un giornalista che li stava testando.
C’è anche chi, per fortuna, sta pensando a soluzioni non violente per proteggersi dall’invasione della privacy: un istituto giapponese, ad esempio, ha messo a punto degli occhiali anti-Google Glass che impedirebbero agli occhiali Google di effettuare il riconoscimento facciale grazie a 11 Led che emettono una luce invisibile all’occhio umano, ma non alle fotocamere.
Google, dal canto suo, ha stilato un codice di condotta per i possessori di Google Glass che spiega cosa è lecito fare e cosa no una volta indossati gli occhiali, precisando che il loro uso non è molto diverso da quello di uno smartphone e che bisogna, pertanto, rispettare le stesse regole.
La società ha spiegato, tra l’altro, che non sarà autorizzata alcuna applicazione che permetta il riconoscimento facciale, ma evidentemente questa rassicurazione non è stata molto convincente.