Telecom Italia verso l’assemblea. Dal Brasile Ok a vendita torri

di Alessandra Talarico |

All’Assemblea di domani prevista affluenza record. Marco Patuano: ‘ora, siamo molto più aperti alle alternative strategiche’.

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Scatta il conto alla rovescia in vista dell’Assemblea Telecom Italia di domani, che sancirà l’inizio di un nuovo corso per la maggiore società telefonica italiana, con una governance più indipendente e l’ultimo board dell’era Telco, che dovrebbe sciogliersi a giugno.

“Dopo l’assemblea – ha detto Financial Times l’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuanoavremo affrontato le questioni di governance, quelle del debito e della necessità di accelerare gli investimenti sulla fibra. Il che significa che, ora, siamo molto più aperti alle alternative strategiche. Ora abbiamo facoltà che non avevamo prima“.

 

L’Assemblea, che si preannuncia molto ‘affollata’ – con una partecipazione prevista del 54% del capitale – sancirà, a meno di improbabili colpi di scena, la nomina di Giuseppe Recchi alla presidenza. Recchi, che si candida a essere il ‘presidente di tutti’, ha buone possibilità di ottenere la maggioranza assoluta con oltre il 40% dei voti, dato che i fondi (che controllano il 24% del capitale) hanno ricevuto dai loro proxy advisor indicazione di far confluire il loro voto sull’ex presidente ENI e sulla lista Assogestioni, composta da Lucia Calvosa, David Benello e Francesca Cornelli. Tutti e tre potrebbero quindi confluire nel nuovo board, che comunque sarà composto per i quattro quinti dai candidati Telco, che ha presentato una lista composta per la maggior parte da nomi indipendenti, mentre a Marco Fossati, nella migliore delle ipotesi, potrebbe andare un solo posto in cda. Dovrebbe ottenere, almeno il 7% dei voti (il 5% in mano a Findim e l’1,5% di Asati non sarebbero sufficienti).

Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom e partecipata da Telefonica, Intesa Sanpaolo, Generali  e Mediobanca, va verso lo scioglimento a giugno. Eventualità, questa, che non preoccupa l’ad Marco Patuano, che nelle scorse settimane ha preannunciato un ritorno alle assunzioni in azienda, dopo diversi anni di austerità.

 

Prospettiva, questa, rilanciata ieri anche da Roberto Opilio, direttore Technology della società. “Il settore delle tlc è in ripresa. E noi confidiamo di riuscire ad avviare programmi di assunzioni nel 2015, quando finirà il periodo di solidarietà in azienda, anche a Bologna” ha affermato ieri Opilio nel capoluogo emiliano per presentare i risultati del programma di investimenti per la realizzazione della nuova rete in fibra ottica. La società, infatti, prosegue con gli investimenti nella rete ultrabroadband, veicolo indispensabile per l’offerta di nuovi servizi ai cittadini e alle aziende, che dovrebbe arrivare alla metà della popolazione entro i prossimi due anni.

 

In linea coi dettami del piano industriale presentato a novembre, intanto, la società prosegue anche con le dismissioni di asset: in Brasile il cda di Tim Partecipacoes ha infatti autorizzato il management a iniziare l’analisi delle offerte per le sue torri telefoniche. Il board della controllata carioca ha inoltre raccomandato alla società di partecipare all’asta per la frequenza da 700 MHz della rete 4G che dovrebbe tenersi ad agosto e consentirà il rafforzamento di Tim Brasil sul mercato della banda larga mobile.

“La frequenza di 700 MHz è una risorsa molto rilevante per il consolidamento delle reti 4G in Brasile e in tutto il mondo” ha sottolineato in una nota l’amministratore delegato Rodrigo Abreu.

 

Non sembra aver avuto effetti sostanziali sull’andamento del titolo, invece, la rinnovata dichiarazione di interessi da parte di Naguib Sawiris: il numero uno di Orascom ed ex patron di Wind si è detto disposto a investire 1-2 miliardi di dollari in Telecom Italia se Telefonica decidesse di uscire di scena. Il tycoon egiziano si erà già fatto avanti alla fine del 2012, ma la sua offerta era stata respinta.

 

Quanto al consolidamento sul mercato tlc italiano, sempre al Financial Times Patuano ha dichiarato che “non ci sono alternative. La questione non è più se, ma quando”.

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