Italia
Nuovo appello dei sindacati al presidente del Consiglio Matteo Renzi a vigilare sulle gare al massimo ribasso e le delocalizzazioni nel settore dei call center. Nel mirino ci sono le gare per l’affidamento del servizio 020202 del Comune di Milano, già al centro di polemiche nei giorni scorsi, e quella di Acea, l’azienda pubblica del Comune di Roma. All’attacco Michele Azzola, segretario Nazionale di Slc Cgil: “Il comune di Milano effettua una gara, per il servizio 020202, in cui l’importo a base d’asta, che sarà ulteriormente ribassato, non copre neppure il costo del lavoro e Acea, azienda pubblica del comune di Roma, nella gara indetta autorizza e disciplina la delocalizzazione all’estero della attività. E’ evidente che questo Paese ha perso completamente ogni logica e che le prospettive di uscita dalla crisi resteranno solamente una speranza”.
“Proprio mentre il settore è sottoposto ad una crisi gravissima che mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro e il sindacato è impegnato a chiedere alla committenza privata “responsabilità sociale” evitando di incrementare le attività de localizzate all’estero, riscontriamo che enti pubblici scelgono scorciatoie pericolose e irresponsabili”, prosegue Azzola.
“In questo modo – prosegue il sindacalista – per risparmiare sul costo del servizio, si carica sulla collettività il costo degli ammortizzatori sociali che saranno di molto maggiori rispetto ai risparmi conseguiti e priveranno di un’opportunità lavorativa centinaia di giovani nell’unico settore che ha offerto prospettive occupazionali negli ultimi anni.”
Secondo il sindacalista, il Governo non deve occuparsi soltanto di porre dei limiti di stipendio ai manager pubblici, ma anche di verificare la performance delle aziende che dirigono per evitare ricadute sulla collettività in termini di ammortizzatori sociali.
Non più tardi dello scorso 31 marzo a lanciare l’allarme call center erano stati Assocontact e Fistel Cisl, che paventava la perdita di 10 mila posti di lavoro nel settore. Un allarme, quello della delocalizzazione selvaggia, lanciato con forza da Uilcom-Uil, Fistel-Cisl e Slc-Cgil a febbraio.