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Rai: utili per 5 milioni nel 2013 ma l’evasione del canone sale a 22 milioni

Italia


Dati in crescita per la Rai che per l’anno 2013 registra un risultato in aumento di 250 milioni, con un utile netto di 5 milioni di euro. Continua però ad andare a picco la pubblicità mentre lievita l’evasione del canone che arriva a 22 milioni di euro. Inoltre il mancato aumento per il 2014, voluto dall’ex Ministro Zanonato, costerà altri 22-23 milioni. Entro l’anno anche una soluzione per gli immobili dell’azienda, in vista dell’avviata politica di contenimento delle spese.

 

Chiusura sedi regionali

Riguardo, invece, alla minacciata chiusura di alcune sedi regionali, la Rai ha detto d’aver avviato ‘un’interazione’ con il Commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli.

Soddisfazione del direttore generale Luigi Gubitosi che stamani, presentando i dati finanziari dell’azienda di Viale Mazzini, ha ricordato la scommessa lanciata a Beppe Grillo che parlava di perdite per 400 milioni di euro. I dati presentati oggi, ha commentato il Dg, smentiscono quanto insinuato da Grillo,  “peccato non aver scommesso”.

Anche se Gubitosi ha ammesso che il 2014 sarà “un anno difficile” per la Rai per via del “costo dei Mondiali per 100 milioni più i costi operativi e gli investimenti”. Ma tagliare le spese per i grandi eventi sportivi, ha detto Gubitosi, non è possibile, “la Rai deve esserci”.

 

Gubitosi: ‘Resto in azienda ma sono un precario’

Il Dg ha anche replicato sulla notizia che sarebbe in pole position per un nuovo incarico in una delle società big controllate dallo Stato. “Resto qui – ha precisato il Dg – Io e la presidente Tarantola abbiamo un commitment e vogliamo portarlo avanti”.

Ricordando tuttavia che ha “un tesserino da precario“: “Il mio mandato è di tre anni quindi prima o poi scado”.

Sulla vicenda è intervenuto stamani anche il Sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, per dire che è “nell’interesse dell’azienda e del Paese che vi sia il completamento del mandato”.

 

Piano esodi

Nel 2013 è stato realizzato un piano esodi che ha portato a complessive 700 unità quelle uscite. Inoltre si è proceduto a una stabilizzazione del personale precario

 

Share del 40% ma solo nel prime time

Tornando ai dati finanziari. Il risultato operativo è stato di +231 milioni sul 2012, con un saldo positivo di 66 milioni. Il Mol registra +169 milioni anno su anno, attestandosi a 663 milioni lo scorso anno. La posizione finanziaria netta registra -75 milioni anno su anno, toccando nel 2013 quota 441 milioni. Riguardo agli ascolti, Gubitosi ha parlato di uno share del 40% nel prime time che però scende verticalmente nelle altre fasce orarie.

Quanto ai costi, una flessione del 12% come media oraria, mentre il costo del lavoro ha registrato un -2% nonostante il rinnovo del contratto.

Lo scorso anno sono stati tagliati per 98 milioni. I centri di produzione televisiva Rai hanno incrementato la loro attività, sono state 11.393 le ore lavorate e il costo medio esterno è calato del 12%.

 

‘Drammatica discesa’ per la pubblicità

Discesa “in maniera drammatica” per la pubblicità ma non solo in Rai. “E’ stato un brutto periodo, solo il web ha limitato i danni”, ha puntualizzato Gubitosi.

Però, ha osservato, adesso è in corso una ripresa delle quote di mercato da parte della Rai, e lo si nota analizzando anche l’andamento trimestrale: dal -19% di ricavi pubblicitari nel primo trimestre 2013 si è arrivati al -14% nel secondo trimestre, quindi al -2 nel terzo e a +6 nel quarto, “e siamo cresciuti ancora nel primo trimestre 2014“.

 

Concessione del servizio pubblico verso la scadenza

A giorni, intanto, dovrebbe terminare in Vigilanza l’esame del Contratto di servizio 2013-2015 si apre, però, la fase che porta al 2016, quando scadrà la concessione del servizio pubblico radiotelevisivo.

 

Il vero tema – ha indicato oggi Giacomelli – non è il soggetto, che è la Rai, ma quale Rai, quale servizio pubblico. Credo sia una grande occasione per riflettere sul servizio pubblico,

ma anche sul Paese, sui cambiamenti che interessano tutti. Questo percorso sarà il più aperto e partecipato, non solo da Rai, non solo dalle istituzioni, dalla politica, ma da tutte le articolazioni della società”.

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