Miptv, il modello YouTube sotto la lente dei broadcaster

di Raffaella Natale |

Il modello YouTube analizzato al Miptv di Cannes. Lo streaming fa bene al mercato, ma concorrenza sbilanciata tra web company e broadcaster.

Europa


YouTube

Riflettori puntati su YouTube a Cannes, dove è in corso il Miptv, uno dei più importanti appuntamenti internazionali per l’industria dell’audiovisivo.

La piattaforma di video streaming di Google accende l’interesse dei partecipanti, segno dell’avanzata delle grandi web company in un mercato finora dominato dai broadcaster.

Ma a quale prezzo?

Da Netflix ad Amazon, passando per Yahoo!, l’industria del web si sposta sempre più sui contenuti online, anche con produzioni originali. Servizi in streaming cuciti addosso agli utenti, a seconda dei loro gusti, del loro tempo e delle loro preferenze.

 

Audience Tv e YouTube

L’audience di YouTube tocca cifre astronomiche, ma si muove di pari passo con quella televisiva, ha osservato Alex Carloss, responsabile della divisione Entertainment del gruppo.

Carloss ha ricordato che la prima puntata del ‘Tonight Show’ condotta da Jimmy Fallon (che ha preso il posto dello storico presentatore David Lettermann, ndr) è stata guardata sulla NBC da 10 milioni di telespettatori e su YouTube è stata vista 20 milioni di volte.

“Il numero delle visualizzazioni su YouTube segue la crescita dell’audience delle trasmissioni televisive”, ha commentato Carloss, incoraggiando i canali tv a mettere i loro contenuti sulla piattaforma.

 

Il Cinema

Lo stesso ragionamento, ha ribadito Carloss, vale per il cinema. Il manager ha portato come esempio il film d’animazione della Disney, campione d’incassi, ‘Frozen – Il regno di ghiaccio‘.

Disney, ha indicato Carloss, avrebbe potuto agire per violazione del diritto d’autore dopo che alcuni utenti avevano caricato su YouTube il cartone, ma ha preferito cavalcare il successo online ed è stato ugualmente premiato in sala, piazzandosi al primo posto ai box-office.

 

OTT e Broadcaster

YouTube monetizza senza alcun problema la sua audience (1 miliardo di utenti mensili) grazie alla pubblicità. Le sue entrate sono stimate dagli analisti in 5,6 miliardi di dollari, di cui 2 miliardi netti. Il tutto agevolato anche dalle procedure di ottimizzazione fiscale alle quali ricorre Google per pagare al minimo le tasse.

Un sistema che crea problemi non solo da un punto di vista strettamente tributario, ma anche ai broadcaster che, sottoposti dalla loro a grossi vincoli normativi, non riescono a competere al meglio sul mercato internet.

Non a caso il mese scorso la Disney ha acquistato Maker Studios, il maggior fornitore di video online di YouTube, per 950 mln di dollari.

Sono sempre più, infatti, i broadcaster che offrono servizi online, ma alla base c’è un problema di tipo normativo. Lo dimostra chiaramente quanto sta succedendo in Francia per lo sbarco di Netflix.

 

Un problema che va risolto e che sintetizza in modo molto chiaro Gina Nieri, Direttore Divisione Affari Istituzionali, Legali e Analisi strategiche di Mediaset, nell’intervista a Key4biz.

“Non si può continuare – ha indicato la Nieri – con un ambito concorrenziale tanto sbilanciato tra i vari attori, media totalmente regolati, tv in testa, da una parte e la libera prateria anche fiscale, degli operatori globali di Internet dall’altra. E l’Europa deve insieme agli altri Paesi trovare un modo legale condiviso per il futuro“.

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