Europa
Una minaccia per gli investimenti e l’innovazione in Europa. Così la Fédération Française des Télécoms ha bollato la proposta di regolamento ‘Connected Continent’ votata giovedì scorso dal Parlamento europeo.
La Federazione – che riunisce i principali operatori e le associazioni francesi di settore – chiede pertanto agli Stati membri, che dovranno ora emendare il testo per riproporlo al nuovo Parlamento europeo, di “fare prova di grande lucidità strategica e di reagire con grande fermezza contro alcuni aspetti del testo che potrebbero avere pesanti conseguenze per gli operatori telefonici europei e per i consumatori”.
Il testo adottato dal Parlamento europeo, sottolinea ancora l’FFT, si allontana vistosamente dagli obiettivi iniziali della Commissione e rivela una forte incomprensione del funzionamento fisico e tecnico delle reti e di internet. Così com’è, quindi, il testo rischia di minacciare l’esistenza stessa di servizi quali l’Iptv, il VoIP e il video on-demand, nonché degradare la qualità del servizio e di limitare lo sviluppo dei servizi dei servizi più innovativi, come la telemedicina o l’internet delle cose.
Inoltre, sottolinea ancora la Federazione, si rischia in questo modo di introdurre considerevoli limitazioni alla gestione delle reti – limitazioni che impatteranno sul buon funzionamento, l’efficacia e la velocità di internet – e di trasformare gli operatori in semplici gestori dei ‘tubi’ con gravi ripercussioni sull’innovazione e sugli investimenti.
“Per tutte queste ragioni, queste disposizioni sono considerate inapplicabili sia dall’industria che dai regolatori”, dice la FFT che, soprattutto in vista della grande sfida che gli operatori Ue si trovano a dover affrontare per dotare l’Europa di un’infrastruttura broadband degna di questo nome parla di ‘occasione persa’ e propone, per raggiungere l’obiettivo di realizzare il mercato unico, una serie di misure che comprendono: un quadro legislativo e regolamentare favorevole agli investimenti e all’innovazione e il rafforzamento degli operatori europei di fronte all’avanzata degli OTT americani attraverso il ristabilimento dell’equità fiscale e regolamentare tra le telco e le web company.