Italia
“La gestione efficace dello spettro radio è un tema caldo per la sua natura tecnologica e regolamentare. La questione è urgente perché c’è carenza di risorse per la banda larga mobile”. Lo ha detto ieri Mario Frullone, vicedirettore della FUB, al convegno su “Reti mobili e valorizzazione dello spettro” che si è tenuto alla Camera.
“Al momento il nostro paese è impegnato su tre fronti – ha aggiunto Frullone – un inventario delle frequenze, per arrivare ad un censimento completo che fotografi l’uso attuale spettro; la spectrum review, che riguarda la revisione e l’analisi critica delle odierne modalità d’uso dello spettro, che varia da paese a paese; infine, la valorizzazione dello spettro, per colmare il gap che riguarda la scarsa consapevolezza del valore economico di questa risorsa scarsa”.
Va da sé che un sottoutilizzo dello spettro va assolutamente evitato, tanto più che a livello europeo la carenza complessiva di banda è stata quantificata in 1,2 Ghz, da colmare a stretto giro per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale, e che “in Italia il fabbisogno di risorse spettrali per rispondere alle esigenze della banda larga mobile è intorno ai 500 Mhz”, precisa Frullone.
Risorse che vanno recuperate al più presto, anche perché l’Europa non aspetta. “Il Ministero ha già inviato a ottobre un primo inventario delle frequenze in Europa, sull’utilizzo dai 400 Mhz ai 6 Ghz – aggiunge Frullone – sulla base di queste informazioni la Commissione Europea si avvia a fare una spectrum review autonoma, e laddove necessario, spicca dei mandati di studio verso la Cept (European Conference of Postal and Telecommunications Administration) che restituisce poi le sue osservazioni alla Commissione, le cui decisioni sono vincolanti per gli stati membri”.
Ovviamente, è opportuno che l’Italia avvii una serie di riflessioni autonome, come Sistema Paese per non farsi trovare impreparati dalle decisioni dell’Europa.