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Frequenze, Antonio Nicita (Agcom): ‘Spectrum sharing con i militari, subito un tavolo Difesa-Mise’

Italia


“Vorremmo provare a dare vita ad un tavolo comune, che metta insieme ministero della Difesa e Mise rispetto al quale Agcom può svolgere un ruolo delicato di coordinamento sulla questione dello spectrum sharing e della capacità di utilizzo e al sottoutilizzo dello spettro sotto il controllo militare, considerato che i poteri di AGCOM in questo sono molto limitati”.  Lo ha detto ieri Antonio Nicita, commissario Agcom, al convegno su “Reti mobili e valorizzazione dello spettro” che si è tenuto alla Camera.

 

Nicita ha aggiunto che le altre due direttrici su cui ci si sta muovendo riguardano le potenzialità della banda sui 2,3 Ghz e quella sui 3,5 Ghz per servizi a banda larga. In Italia la banda a 2,3 Ghz è usata per diversi scopi, dall’uso radioamatoriale a quello dei servizi di emergenza e soprattutto dalla Difesa, in ambito militare per le comunicazioni dell’Aeronautica. Questa banda nel nostro paese, come altrove in Europa, è sottoutilizzata.

 

Un tema, quello della valorizzazione della banda a 2,3 Ghz, che “in Francia è già in fase avanzata di studio, anche perché lì viene utilizzata per la telemetria e e permette uno studio relativamente localizzato dello spettro e di più facile individuazione dell’interferenza, anche per le migliori condizioni orografiche di quel paese rispetto all’Italia”, precisa Nicita. Un modo di valorizzare la banda dei militari che, in ottica di finanza pubblica, potrebbe essere vantaggioso perla Difesa in tempi di spending review.

 

“Stiamo collaborando con l’Agcm all’indagine conoscitiva congiunta sui modelli di sviluppo della banda larga, che ovviamente comprendono anche la banda larga mobile, e in particolare alla compatibilità con il fisso con particolare riferimento alle zone in digital divide – dice Nicita – in questo ambito noi vorremmo vedere un passo in più e su questo c’è unità di intenti con il presidente dell’Agcm Giovanni Pitruzzella”.

 

“Un passo un po’ più pragmatico sulle cose da fare e su come farle. Sulla questione della fame di spettro, su quella dell’uso efficiente dello spettro sotto vari aspetti, in campo mobile e televisivo e sull’uso dello spettro non mobile siamo indietro su tanti aspetti – aggiunge Nicita – Abbiamo per fortuna come modello il lavoro della Rspg e quello della Cept, che conducono un lavoro di analisi del fabbisogno molto importante dello spectrum review. Basti pensare al lavoro condotto sulla banda L per poi destinarla come indirizzo a servizi di telefonia downlink di telefonia mobile è una metodologia molto interessante”.

 

“Un altro aspetto che vorremmo approfondire con il Mise riguarda la configurazione di una licenza per il Licesend Shared Access (accesso condiviso) e di come possiamo immaginare questo incumbent, nel nostro specifico italiano, per iniziare a capire tecnicamente come fare per realizzare questo tema”, ha aggiunto Nicita.

 

Però, prima di tutto, la priorità è completare l’inventario dello spettro per capire di cosa si sta parlando e quantificare l’entità di spettro radio disponibile nel nostro paese.

 

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