Stati Uniti
L’esplosione del video streaming pone l’urgenza di risolvere la questione della congestione delle reti. Dopo Netflix, adesso tocca ad Apple assicurarsi che gli utenti internet della sua tv non abbiano problemi.
Si tratta di servizi che divorano banda e per i quali sono necessari interventi di potenziamento delle infrastrutture. Ma chi paga il conto? Sulla questione s’è aperto un scontro molto forte tra distributori e Isp.
Netflix ha già stretto un accordo con Comcast per assicurare che il suo servizio arrivi agli abbonati senza strozzature e con un’ottima qualità. Ma la cosa non è andata giù al Ceo Reed Hasting che ha scritto un post infiammato, nel quale lamenta che questi costi ricadano sui fornitori di streaming e non su tutti gli abbonati di internet.
Ma per assicurarsi servizi di qualità, bisogna pagare chi fornisce le reti. Anche Apple ha, quindi, negoziato un accordo con Comcast per evitare che la propria tv in streaming subisca rallentamenti per via della saturazione traffico internet, sbloccando così i colli di bottiglia che si presentano sull’ultimo miglio.
L’intesa con Comcast assicura ad Apple di avere la stessa qualità dei canali via cavo. Un grosso vantaggio sui competitor come Roku e la Google tv.
Il problema dell’esplosione del traffico internet rappresenta la più grossa sfida per i provider di servizi in streaming. Solo YouTube e Netflix in serata rappresentano più della metà de traffico americano, contro il 30% di tre anni fa.
Apple e Comcast stanno ancora negoziando e, come sottolinea il Wall Street Journal, prima di arrivare a un accordo definitivo ci saranno diversi ostacoli da superare.
A segnare la nuova via è stata la sentenza nel caso Verizon Vs Netflix, che come avevamo anticipato, continuerà ad avere ripercussioni incredibili che rivoluzioneranno profondamente non solo il principio della net neutrality su cui si basava internet negli USA ma anche il mercato dei contenuti digitali, offrendo soluzioni al boom del traffico online.
Il primo passo è stato l’accordo di Netflix con Comcast e adesso anche Apple cerca l’intesa.
Operazioni che rivelano il peso sempre più importante dei fornitori d’accesso nell’architettura decentralizzata del web, mentre la velocità scambiata sulle reti continua ad aumentare.
Per la prima volta, fornitori di contenuti pagheranno direttamente un access provider per arrivare ai suoi clienti.
Del resto, l’uso sempre più intenso dei sevizi video come quelli di Netflix ed Apple e l’estensione delle offerte online dei canali televisivi stanno rendendo insostenibile l’attuale modello di business basato su accordi di distribuzione gratuiti e reciproci.