Italia
Dopo anni di ‘austerità’ nella gestione del personale, Telecom Italia ricomincerà ad assumere. È quanto ha assicurato l’ad della società, Marco Patuano, in una lettera agli azionisti, consegnando il bilancio 2013 all’approvazione dell’assemblea.
“L’esternalizzazione delle torri di trasmissione e la valorizzazione delle infrastrutture di broadcasting televisivo di Ti Media forniranno nel 2014 un ulteriore contributo per restituire al gruppo un’appropriata flessibilità finanziaria, che consentirà, tra l’altro, di riprendere dopo molti anni di austerità nella gestione del personale, una politica di assunzioni“, scrive Patuano.
Il piano industriale, ambizioso ma alla nostra portata
Con il 2013, ha affermato Patuano, si chiude un anno “sicuramente da considerare come transizione verso il nuovo paradigma di Telecom Italia”.
Nel 2014, quindi, il focus si sposterà dal debito alla crescita, restando concentrata su Italia e Brasile.
Il nuovo piano industriale è “ambizioso ma alla nostra portata”, e sposta l’accento sulla crescita e sullo sviluppo, “condizioni imprescindibili per la stabilizzazione dei risultati delle attività domestiche e per lo sviluppo del mercato brasiliano”.
In Italia ha pesato la crisi economica, ma anche le modifiche dei prezzi regolamentati e la forte concorrenza fra operatori. Guardando al futuro però, le prospettive sono positive: “L’assenza di ulteriori tagli dei prezzi regolati, unita ad un fisiologico assestamento sul fronte dei prezzi al dettaglio dei servizi di rete mobile registrato nell’ultimo trimestre del 2013 – ha detto Patuano – ha portato a un relativo miglioramento delle performance italiane che si prevede possa continuare nel 2014″.
Il Brasile riveste una significativa importanza “non solo sul piano industriale-strategico, ma anche in termini di opportunità di crescita” ed è per questo che nel Paese, ha aggiunto, “intendiamo rafforzare la nostra presenza attraverso un rinnovato sforzo di investimenti che ci permetterà di estendere e potenziare le nostre reti”.
Debito e dividendi
Sul debito – che nel 2013 è stato riportato al di sotto dei 27 miliardi di euro – Patuano afferma che il suo contenimento “rimane un tema importante che non sarà trascurato”.
Patuano ha quindi ricordato che il 2013 è stato il terzo esercizio in perdita ed è stato caratterizzato da una forte pressione competitiva ed economica e da discontinuità regolatorie. Tenendo conto di questi fattori, ma anche della necessità di disporre per l’anno in corso delle risorse finanziarie necessarie per la realizzazione degli investimenti innovativi “non si ritiene opportuno – afferma ancora l’ad nella lettera agli azionisti – proporre il pagamento di un dividendo generalizzato nella forma della distribuzione di riserve disponibili, come già fatto nel 2012 e nel 2013″.
“La decisione di rivedere per il 2014 la politica dei dividendi – ha aggiunto – deve essere letta come completamento delle operazioni di dismissione delle partecipazioni in Telecom Argentina e di emissione del prestito obbligazionario con conversione obbligatoria in azioni ordinarie, volte a consentire di portare a termine il nostro piano industriale in autonomia, senza abbandonare gli obiettivi di riduzione del debito”.
Il declassamento del rating a junk da parte di Moody’s e S&P invece “non ha generato impatti rilevanti sulla capacità di rifinanziamento e quindi sulla capacità di mantenere un elevato margine di liquidità”.
La governance
L’acceso dibattito che si è aperto con gli azionisti sul tema della governance è stato fonte di “stimoli, suggerimenti, indicazioni”, che hanno “condotto a un progetto di revisione e rifondazione delle regole e degli assetti interni di cui gli orientamenti espressi dal consiglio di amministrazione in vista del rinnovo dell’organo amministrativo rappresentano una sorta di manifesto”.
Patuano ha quindi sottolineato la necessità che il confronto e il dialogo con gli stakeholder sia “coltivato e mantenuto nel tempo”.