Turchia
La Turchia ha bloccato dell’accesso a Twitter, ‘reo’ di aver ignorato le richieste del Governo di rimuovere alcuni contenuti e account ritenuti illegali.
“Dal momento che Twitter ha deciso di non uniformarsi a un ordine del tribunale, non abbiamo avuto altra scelta che bloccare l’accesso al sito”, ha spiegato in un comunicato l’Autorità per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (BTK), facendo riferimento, secondo Hurriyet online, a tre sentenze giudiziarie e ad una decisione del procuratore generale di Istanbul, tra cui l’ultima, risalente al 18 marzo che ingiungeva al sito di chiudere l’account dell’utente ‘Oyyokhirsiza’. Rimozione richiesta dall’ex ministro dei Trasporti, Binali Yildirim, ma respinta al mittente dal sito.
Tra gli altri contenuti ‘incriminati’, anche un file audio che avrebbe fatto riferimento a intercettazioni in cui il premier Tayyp Erdogan, al potere da 12 anni, consigliava al figlio di nascondere il bottino delle sue presunte ruberie.
L’accesso al sito è stato bloccato a poche ore da un comizio in cui lo stesso Erdogan aveva promesso di di “sradicare” e “spazzare via” Twitter, che avrebbe aiutato i suoi nemici politici a condurre una campagna diffamatoria contro di lui.
“La comunità internazionale può dire quello che vuole. Non mi interessa affatto. Tutti potranno vedere quanto sia potente la Repubblica di Turchia”, ha affermato Erdogan, che già diverse volte in passato si era scagliato contro i social media: lo scorso anno, nel corso delle proteste a Gezi Park, aveva definito Twitter un ‘problema’ mentre all’inizio del mese ha minacciato di bloccare Facebook e YouTube.
Il Presidente turco Abdullah Gul si schiera contro il blocco
Contro l’operazione di censura si è per altro schierato il presidente turco Abdullah Gul, secondo cui “la chiusura completa delle piattaforme dei social media non può essere accettata”.
“Come ho detto molte volte in passato – ha dichiarato ancora Gul – il livello raggiunto oggi dalle tecnologie della comunicazione rende tecnicamente impossibile bloccare del tutto l’accesso a piattaforme di social media come Twitter”. Mi auguro, ha aggiunto, che “questa pratica non duri a lungo”.
Il presidente Gul, tra l’altro, ha commentato la vicenda proprio su Twitter, aggirando quindi il blocco come hanno fatto tantissimi altri utenti: secondo Twitturk, il siistema che registra i dati statistici sull’uso di Twitter in Turchia, nelle 10 ore successive al blocco è stato pubblicato circa mezzo milione di tweet. Un numero di ‘cinguettii’ in linea con gli 1,8 milioni di messaggi che vengono pubblicati ogni 24 ore nel paese.
Twitter spiega come aggirare divieto e ingaggia l’avvocato di Youtube
Twitter ha deciso di passare al contrattacco e di ingaggiare l’avvocato esperto in crimini informatici Gonenc Gurkaynak. Lo ha riferito il sito del quotidiano Hurriyet, secondo il quale Gurkaynak è noto in Turchia per aver seguito la causa contro il bando di YouTube. Twitter, già nelle ore immediatamente successive al blocco, aveva anche pubblicato un Tweet per indicare agli utenti turchi come continuare a twittare via sms.
Turkish users: you can send Tweets using SMS. Avea and Vodafone text START to 2444. Turkcell text START to 2555.
— Policy (@policy) 20 Marzo 2014
Le reazioni di Ue e Usa
Arrivamo a stretto giro i commenti dell’Europa e degli Stati Uniti al blocco di Twitter da parte della Turchia.
Dure critiche dalla Ue: il commissario Ue per l’Agenda digitale, Neelie Kroes, ha definito il blocco “infondato, inutile e vile” e ha aggiunto che “il popolo turco e la comunità internazionale vedranno questo gesto come un atto di censura. E lo è”.
Anche il commissario Ue all’allargamento, Stefan Fule, ha twittato la sua critica alla vicenda: “Il blocco di Twitter – ha detto – solleva preoccupazioni e getta seri dubbi sull’impegno della Turchia verso i valori europei”.
“La libertà di espressione, un diritto fondamentale in ogni società democratica, include il diritto di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche. I cittadini devono essere liberi di comunicare e di scegliere liberamente i mezzi per farlo. Ovviamente questo include l’accesso a Internet”, ha aggiunto Fule.
Per Cristiana Muscardini, Vicepresidente della commissione Commercio Internazionale al Parlamento Europeo, “Quanto accaduto questa notte in Turchia, il blocco totale di Twitter e la minaccia di bloccare altri social network, è perfettamente in linea con la limitazione delle libertà personali perseguita da mesi dal Governo Erdogan. Una condotta che allontana il paese dall’Unione Europea”.
Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato Usa ha affermato: “Siamo preoccupati da ogni possibilità che i social media possano essere chiusi” e ha aggiunto “le democrazie sono rafforzate dalla diversità delle voci”.
Dall’Italia, arriva la reazione del Sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova che ha commentato la decisione di Ankara con un tweet:
Il blocco di #Twitter è incompatibile con i principi di libertà civile e politica. Dall’isolamento solo danni per la #Turchia
— BenedettoDellaVedova (@bendellavedova) 21 Marzo 2014
‘#TwitterisblockedinTurkey’ e ‘#DictatorErdogan’ TT mondiali
Intanto, gli hashtag di protesta ‘#TwitterisblockedinTurkey’ e ‘#DictatorErdogan’ sono diventati trend topics mondiali, mentre sono state annunciate manifestazioni di protesta a Istanbul, Ankara e Smirne, le tre principali città del paese.