Italia
Telecom Italia interessata ad una quota di minoranza in Metroweb Italia? La notizia rimbalza oggi sull’agenzia internazionale Bloomberg, che cita tre fonti secondo cui Telecom Italia starebbe considerando l’acquisizione di una quota di minoranza in Metroweb (sotto il 50%) per dare una forte spinta al business della fibra ottica. I soggetti interessati ovviamente non commentano la notizia, ma secondo quanto risulta a Key4biz sotto ci potrebbe essere del vero.
Secondo la ricostruzione di Bloomberg, Telecom Italia potrebbe in un primo momento acquisire una quota del 50% in Metroweb, per una cifra di 300 milioni di euro. Una mossa che porrebbe la circostanza al riparo da possibili ostacoli sul fronte antitrust.
Venditore potenziale della quota potrebbe essere F2i, il fondo d’investimento guidato da Vito Gamberale, che detiene una quota del 54% in Metroweb. C’è da dire però che l’altro investitore di peso di Metroweb è il Fondo Strategico Italiano di Cassa Depositi e Prestiti, presieduta da Franco Bassanini. Un’eventuale cessione di quote Metroweb a Telecom Italia dovrebbe quindi essere concordata da Gamberale e Bassanini, il cui rapporto, secondo alcune indiscrezioni, non sarebbe forte come in passato.
A quanto risulta, il possibile interessamento di Telecom Italia per Metroweb non sarebbe campato per aria e si potrebbe intrecciare con il capitolo della governance di Telecom Italia. Sembrerebbe che Vito Gamberale, indicato ieri nella lista Findim di Marco Fossati alla presidenza di Telecom Italia, potrebbe acconsentire a fare un passo indietro e rinunciare al duello con Giuseppe Recchi, presidente dell’Eni in scadenza, indicato dalla lista Telco come prossimo presidente di Telecom Italia.
In cambio del suo passo indietro, Gamberale accetterebbe di buon occhio un ingresso di Telecom Italia in Metroweb, un’operazione che ridarebbe fiato alle casse del provider di fibra ottica che ha appena varato un aumento di capitale per 2,6 milioni di euro allo scopo di finanziare la rete in fibra ottica dell’infrastruttura di un Olo, punto di partenza per acquisire poi le reti Ngn di A2A e di Iren, insieme ad altre reti, ancora scarsamente utilizzate, da alcuni enti pubblici.