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Pedofilia online: scoperti 32 siti italiani, server occultati in Russia e Africa

Italia


E’ nel deep web che si nasconde la pedofilia che continua indisturbata la sua opera, estendendo i propri tentacoli ovunque, soprattutto sui social network frequentati da troppi bambini. I dati presentati oggi dall’associazione Meter di don Fortunato Di Noto presentano un quado allarmante: l’Italia ricopre ruolo non indifferente all’interno del panorama della criminalità pedofila in rete con 32 siti e riferimenti su 1.560 individuati.

 

Russia e, dallo scorso anno, anche l’Africa rivestono un ruolo centrale per le reti pedofile che in questi Paesi allocano i loro siti di riferimento. Fortemente preoccupante anche il fenomeno del sexting, difficilmente controllabile perché alimentato dagli stessi minori.

“La pedofilia criminale si nasconde nel deep web“, ha osservato don Fortunato Di Noto che ha rinnovato il suo appello perché la pedofilia sia dichiarata crimine contro l’umanità.

 

I dati, per il fondatore e presidente di Meter, don Fortunato Di Noto, “rappresentano una realtà drammatica e in crescita con rilievi di denuncia che hanno reso visibile le torture sessuali sui bambini in tenerissima età. La pedofilia criminale si nasconde nel deep web –avverte il sacerdote- e conosce qualsiasi tipo di canale per produrre e smerciare materiale pedopornografico e la strisciante cultura pedofilia che normalizza i gravi abusi sui bambini.

 

I Dati

Nel 2013 Meter ha monitorato 6.389 siti, 1.048 tra comunità e social network. Nel 2012 sono 56.357 i siti pedofili monitorati.

In dieci anni – dal 2003 al 2013 – sono 107.781 i portali pedofili scoperti dai volontari di Meter, che l’anno scorso hanno fornito 735 consulenze telefoniche, mentre il Centro di ascolto e accoglienza si è occupato direttamente di 36 casi.

Lieve contrazione delle segnalazioni sui social network, passate da 1.274 nel 2012 a 1.048.

Il confronto col 2012 mostra una diminuzione nel numero di siti segnalati: i 15.946 dell’anno precedente vengono sostituiti dai 6.389 dell’anno di riferimento evidenziando un calo del 22% circa.

 

Il ruolo della Russia

La maggioranza dei domini sono allocati in Russia e sono generici per mantenere l’anonimato (82,15% mentre solo il 9,78% è costituito da domini specifici). La presenza di comunità pedofile sui social network è calcolata nel 7,99%, ma questi siti restano tra le piattaforme d’elezione per la propaganda pedofila.

I domini più utilizzati sono .com (1.721, ossia il 55,23%), .lix.in (1.094, il 33,21%), .net (325), .org (70), .info (34), .onion (26), .biz (19), .tv (4). Il dominio .lix.it è stato individuato all’interno di una specifica area geografica che tuttavia non ne permette l’identificazione immediata. Mentre sono in corso ulteriori ricerche, Meter non rivela quale.  

 

2013, l’anno dell’Africa

Nel 2013 secondo Meter si riscontra per la prima volta un ruolo predominante dell’Africa nell’alimentazione della rete pedopornografica virtuale, con il 45,75%, seguita da Europa (42,28%), Asia (14,89%), Oceania (3,76%) e America (3,32%).

L’osservazione dei domini della rete per la diffusione di materiale a contenuto pedopornografico mostra il ruolo principale della Libia .ly (Africa), con 935 siti segnalati rispetto ai 78 del 2012 e della Russia (Europa) che con le estensioni .ru copre 663 siti segnalati, rispetto ai 571 del 2012. L’Asia èrappresentata in primo luogo dall’India con il dominio .in (68 siti) seguita dal Giappone (n. 22), l’Oceania dalle Isole Tonga (50) e l’America dagli Stati Uniti (44).

 

Il fenomeno del sexting

Nel 2013 Meter ha condotto un’indagine pilota riguardo la diffusione del fenomeno del sexting, ossia l’invio di testi o immagini sessualmente esplicite.

L’autoproduzione e l’autopromozione del materiale in rete da parte di minori spiega l’ampia diffusione del fenomeno a causa della sua incontrollabilità. Sono gli stessi minori a creare deliberatamente materiale a sfondo sessuale e a metterlo in rete.

I dati del Centro Nazionale Meter mostrano come i bambini già all’età di 8 anni sono entrati in una mentalità digitale. Collegano le loro azioni, gioco, attività varie a un bisogno di ‘condividerle’, in maniera virtuale con i loro ‘amici’. Due i rischi online: Aumento dei minori adescati da pedofili; Diminuzione del tempo dedicato ai giochi reali.

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