Streaming: al 57% dei francesi piace legale, ma i pirati sono sempre in agguato

di Raffaella Natale |

Da uno Studio dell’Hadopi emerge che il 57% dei francesi si rivolge ai siti legali di streaming, ma la pirateria è sempre in agguato: grazie ai server ubicati all’estero è facile sottrarsi alle leggi.

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Lo streaming è ormai esploso, facendo lievitare anche la fruizione delle fiction, ma restano ancora poco definiti i confini tra offerte legali e illegali.

Da uno Studio condotto in Francia dall’Hadopi (Haute Autorité pour la diffusion des oeuvres et la protection des droits sur l’Internet) si rileva che le piattaforme online di video streaming sono sempre più numerose e frequentate soprattutto dalle donne (51%). Ma l’aumento di questo tipo di servizi quanto incide sulla pirateria?

L’ampliamento dell’offerta legale è uno dei perni sul quale si fonda il Regolamento Agcom sul diritto d’autore online che sarà attivo in Italia a partire dal prossimo 31 marzo.

I dati ci dicono, infatti, che se c’è disponibilità di servizi legali a buon prezzo, si riducono drasticamente le richieste ai siti pirata. Lì dove ancora mancano, ecco allora che i siti pirata trionfano e chi li frequenta spesso non è un ‘pericoloso criminale’, ma un utente che a volte non trova disponibilità di servizi legali. Tra questi, per esempio, molti transalpini che vivono all’estero, che non possono guardare la tv francese e collegarsi ai siti dei canali nazionali. C’è anche tanta gente che lamenta la mancanza di contenuti francesi sulle piattaforme video straniere.

 

La Tv à la carte offerta dai servizi streaming in realtà non fa altro che rispondere alle esigenze del telespettatore di oggi: palinsesti cuciti su misura dei propri gusti e dei propri tempi.

Dai dati raccolti da Hadopi, emerge che le serie tv sono guardate soprattutto in streaming e in modo legale. Lo fa il 57% degli utenti francesi contro il 37% che si rivolge ancora ai siti pirata. Un fenomeno che cresce anche grazie all’aumentata disponibilità di servizi di catch-up tv.

Lo streaming è un fenomeno trasversale, osserva l’Hadopi, che riguarda tutte le fasce della popolazione, ed è anche più praticato del downloading.

Se si esclude iTunes, che non è stato considerato nel sondaggio, i servizi di catch-up tv offerti da M6Replay, Pluzz, TF1 e CanalPlay sono tra i dieci siti più usati in Francia insieme a YouTube e DailyMotion. Ma purtroppo nell’elenco dell’Hadopi figurano anche siti illegali: Dpstream.net, Mixturecloud.com, Dpstream.tv, Emule, Allostreaming, Streamiz, Alloseries, Purevid…

 

Siti che, come denunciano anche in Italia la Guardia di Finanza e le associazioni del cinema che appoggiano le operazioni delle Fiamme Gialle, fanno lauti guadagni grazie alla pubblicità.

Appare ovvio che quando ci imbattiamo in piattaforme che offrono una serie di link siamo di fronte a siti illegali, spesso ospitati da server stranieri per limitare i rischi legali e sottrarsi così alle leggi antipirateria. Ecco perché è necessario dotarsi di norme Ue per contrastare lo streaming e il downloading illegale.

I server di Purevid.com e Dpstream.net, indica l’Hadopi, sono a Panama che dipende dalle leggi del Belize. MixtureCloud è ospitato da un server di Hongkong e streamiz.nu ha registrato il proprio servizio in un’isola del Pacifico.

I giudici francesi hanno chiesto agli Internet service provider e ai motori di ricerca di bloccare l’accesso a questi siti dal territorio francese. Ma nulla impedisce a questi siti di essere ancora disponibili con altri nomi e nuovi reindirizzamenti.

In Francia, chi distribuisce un’opera violando le leggi sul diritto d’autore rischia una multa da 300 mila euro e fino a tre anni di reclusione. E gli utenti? Anche se non hanno scaricato o condiviso il video rischiano una pena se le autorità dimostrano che hanno ricevuto il file e che erano a conoscenza del fatto che si trattasse di un’opera piratata. 

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