Italia
Open Access, la struttura di Telecom Italia che ha il dovere di garantire la parità di accesso alla rete fissa di Telecom Italia da parte degli operatori alternativi (Olo), continuerà a lavorare anche nel 2014 per garantire l’equivalence of output, anche se c’è l’apertura verso la migrazione all’equivalence of input da parte di Telecom Italia. Una migrazione che, tuttavia, non è dietro l’angolo. Quindi, avanti tutta con l’equivalence of output, per favorire il delicato passaggio alle reti di nuova generazione, con l’impegno (nel breve periodo) di coinvolgere sempre più Telecom Italia, Olo e Agcom nella messa a punto di nuove procedure di controllo.
E’ questo il messaggio che emerge dalla relazione annuale dell’Organo di Vigilanza per la Parità di Accesso (Odv), presentata oggi a Roma dal presidente dell’Odv Antonio Sassano, alla presenza di Francesco Caio, già Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb, Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Agcom.
Antonio Sassano: ‘L’equivalence of output funziona, ma siamo aperti a modifiche’
Antonio Sassano, presidente dell’Odv dal dicembre del 2012, ha illustrato i risultati dell’attività dell’Odv nel 2013, ribadendo l’efficacia del modello di equivalence of output adottato da Open Access, in conformità con gli impegni sottoscritti da Telecom Italia con l’Agcom contenuti nella delibera 718/08/Cons, in base ai quali i prodotti wholesale e retail offerti agli Olo e i prezzi applicati devono essere simili, per quanto non identici, a quelli applicati alle funzioni commerciali di Telecom Italia, garantendo, secondo Sassano “la parità di trattamento – ha detto Sassano – detto questo, per quanto riguarda i Ko di apparato, segnalati da Fasweb, abbiamo svolto una verifica sul campo. E’ stata esclusa la violazione degli impegni da parte di Telecom Italia, ma l’Odv ha formulato delle raccomandazioni all’azienda, che le ha accolte positivamente in ottica di collaborazione fattiva”.
Per quanto riguarda l’equivalence of output “è un modello che fa scuola, alternativo all’equivalence of input applicato da Openreach nel Regno Unito sulla rete di British Telecom, ma il nostro modello funziona e ha ricevuto l’approvazione di Bruxelles e del Berec – ha detto Sassano – tra l’altro è un modello più economico, che funziona e che può ovviamente essere migliorato”.
“Voglio sottolineare che nel corso del 2013 sono state avviate, su segnalazione degli Olo, tre distinte procedure istruttorie, rispettivamente per Ko di apparato, sul funzionamento del Crm Wholesale di Telecom Italia e sui guasti dei servizi beatsream – ha detto Sassano – abbiamo ascoltato diverse volte, anche al di fuori delle audizioni ufficiali, le opinioni degli Olo e in futuro vorremmo aggiungere nuovi Kpi, indicatori, per verificare la parità di accesso alla rete di Telecom Italia, con il contributo di tutti”.
Francesco Caio: ‘Il monitoraggio della rete riguarda il nostro futuro’
“E’ vero che il sistema italiano è stato caratterizzato da una forte conflittualità sul tema dell’accesso alla rete – ha detto Francesco Caio, già commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale – Ma va dato atto a tutti i gestori, al regolatore e a tutti i player di aver dato un contributo positivo al rapporto sullo stato della rete in Italia (Rapporto Caio ndr), anche con quei gestori che non avevano piani di investimento sulla rete fissa. Che sono stati molto trasparenti nel dirlo. Il monitoraggio della rete non riguarda soltanto gli apparati di telecomunicazione, ma riguarda il futuro della società e delle imprese”.
Alberto Calcagno (Fastweb): ‘In Italia una famiglia su due non è su Internet, per noi qualità del servizio è fondamentale’
“In un paese come l’Italia, dove non ci sono operatori televisivi via cavo come l’Italia, il ruolo di operatore infrastrutturale di Fastweb è fondamentale – ha detto Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb – L’importanza della qualità e della qualità diffusa della rete è per questo ancor più importante nel nostro paese. La tecnologia Fttc (Fiber to the cabinet), o Ftts (Fiber to the street) come la chiamiamo noi, diventa un acceleratore fondamentale di reti Ngn in Italia, anche per andare oltre i 30 Mbps. Sicuramente l’Lte è un giusto complemento per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale, me non un’alternativa. Anche se facciamo dell’infrastruttura il nostro obiettivo fondamentale, non guardiamo soltanto ai chilometri di fibra ottica che sono sviluppati su un territorio, ma anche alla penetrazione dei servizi. Ma una famiglia su due in Italia non è su Internet. Il fatto che le connessioni siano a 30, 50 o 100 Mbps non è rilevante”.
“Per Fastweb la qualità del servizio offerto è anche un fattore di fare concorrenza – aggiunge Calcagno – La qualità non è soltanto la performance della rete. L’attivazione e l’assistenza tecnica per noi sono fondamentali. Il sub-loop per noi è fondamentale e va visto non solo come un tema di prezzo, ma anche pesando gli aspetti tecnici e procedurali dell’utilizzo della tecnologia Fttc. La raccomandazione della Commissione Europea parla di un prezzo mensile di 3,50 euro al mese, il 40% in meno di quello attuale approvato per il 2013. C’è poi il tema del Vula, il beatstream in fibra ottica, questi sono i prezzi passivi che un operatore può chiedere a Telecom Italia. Prevedere frtissime discese del Vula è un disincentivo per chi decide oggi di investire e realizzare una sua rete in fibra ottica. Una svalutazione del Vula non tutela gli investimenti di un operatore come Fastweb”.
“Per quanto riguarda l’abbandono dei clienti, la mancata o ritardata gestione di un guasto di rete è il fattore principale di abbandono”, chiude Calcagno.
Marco Patuano: ‘Quest’anno richieste di indennizzi miliardarie’
“C’è troppa conflittualità sul tema dell’accesso alla rete, quest’anno Telecom Italia ha ricevuto richieste di indennizzo per miliardi di euro da parte di alcuni operatori: chiedo serietà”. Lo ha detto Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom Italia, aggiungendo che si tratta di “un comportamento non serio – ha aggiunto – credo sia opportuno andare a valutare nel merito la responsabilità di chi fa tali richieste”.
Per quanto riguarda l’equivalence of output, si tratta di un modello “che ha fornito garanzie di parità di accesso nei cinque anni in cui è stato in vigore – ha detto Patuano – Telecom Italia è comunque aperta ad un eventuale passaggio all’equivalence of input, perché il livello di conflittualità è enorme”.
L’amministratore delegato, nel ribadire che la rete non è oggetto di scorporo, ha auspicato che l’Agcom intervenga “in tempi rapidi” per approvare il nuovo sistema di regole sulla parità di accesso “con il contributo degli operatori alternativi. Se gli operatori alternativi non ritengono significativi gli indicatori attuali, introduciamone altri”.
Patuano ha sottolineato che “l’evoluzione del modello di equivalence of output ha dato risultati in linea o superiori alle attese”. C’è comunque “la volontà di Telecom Italia di mantenere sul tavolo tutte le opzioni affinché venga valutata la loro portata”.
Angelo Cardani (Agcom): ‘Si va verso equivalence of input, ma il percorso sarà lungo’
Sulla parità di accesso alla rete di Telecom Italia il modello di “equivalence of input è un oggettivo miglioramento rispetto all’equivalence of output” che è il modello esistente. Lo ha detto il presidente dell’Agcom Angelo Cardani, spiegando che è “probabile che si vada verso l’equivalence of input ma
considerando che gli inglesi ci hanno messo sette anni, il disegno è un disegno di lungo periodo. Nel frattempo non possiamo che trovarci d’accordo nel migliorare l’equivalence of output, di cui non siamo scontenti”. Nel 2014 l’Agcom contribuirà alla realizzazione di un nuovo set di indicatori per i servizi Ngn, “ma è arrivato il momento, dopo 5 anni, di fare il tagliando all’intero sistema”, chiude Cardani.