Italia
Cambiare il proprio brand in questo momento così delicato potrebbe essere la mossa giusta per proporsi in un modo nuovo sul mercato, nazionale ed internazionale, permettendo che entri nuova energia nel proprio business. Un’operazione che spesso costa troppo o fa perdere eccessivo tempo rispetto alle proprie esigenze. Il primo dilemma di solito è questo: agenzia grande, blasonata ma costosa e con poca identità, oppure agenzia piccola, più creativa, meno cara ma molto dispersiva? Paolo Gregotti, un nome da architetto, una lunga esperienza nella comunicazione in grandi agenzie internazionali, ha pensato di creare in Rete una piattaforma di professionisti di Brand Identity per fornire servizi a 360 gradi.
Incontriamo Gregotti in un bar milanese per una colazione. La prima cosa che chiede, ancora prima del cappuccino, è se nel locale hanno il Wi-Fi. La sua agenzia “Ma non è un’agenzia, è un Hub”, ci tiene a sottolineare, si chiama Free Agent ed è un modello di business davvero innovativo: “Ho fatto fruttare la mia esperienza, cercando di eliminare i difetti delle grandi ma anche delle piccole agenzie: nel primo caso si parla di costi elevati, di una certa ingessatura tipica delle grosse strutture, del rapporto col cliente dove solo nei primi incontri si ha a che fare con il direttore creativo o con il direttore generale e poi, in un secondo momento, si è affidati a uno o più manager; nel secondo caso i costi sono minori e la creatività è sicuramente più esplosiva, ma nella piccola struttura i mezzi organizzativi sono quello che sono e il cliente perde molte energie a star dietro a ritardi e disattenzioni”.
E qui entra in gioco Free Agent: “Il nostro è un coordinamento di più agenzie, otto finora, che si pone come snodo centrale fra diverse competenze. La scelta è stata quella di selezionare delle agenzie specializzate in verticale e in orizzontale, ovvero per settore e per competenza, in modo di offrire al cliente ciò di cui ha bisogno.”
Chi si rivolge quindi a Free Agent ha la possibilità di scegliere fra diverse realtà che fanno al caso suo: “Faccio degli esempi: Nascent Design ha una competenza ben specifica sul Corporate Design e sul lusso, Junglelink si esprime al meglio nell’ambito della moda giovanile, Oikos Associati si destreggia con ottimi risultati sia in ambito moda che design, PiùCommunication è molto forte sul digital, lo Studio Frattini Frilli si occupa di retail, in particolare moda e fashion, Condivisa ha molto progetti al suo attivo in ambiente Food, lo Studio Lancillotti ha competenze corporate e publishing che ha mutuato da una lunga esperienza in ambito arte e cultura, portando quella sensibilità nel mondo del design”.
Navighiamo nel sito, un Hub in cui idee atterrano ed altre partono e mi sorge una domanda: ma quando vale la pena ripensare e ridisegnare la propria identità? “Le aziende affrontano la questione spesso soltanto quando il mercato non va bene, una misura per correre ai ripari ma è un grave errore. Riposizionare il proprio brand, ripensarlo, modificarlo, cercando di capire la direzione giusta da prendere per il futuro è una cosa necessaria sempre”.