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Il prossimo cda di Telecom Italia avrà un numero di consiglieri ridotto tra 11 e 13 e dovrà essere indipendente nella sostanza, non solo nella forma, rispetto sia al management sia all’azionista di riferimento. Il nuovo Presidente, che non avrà ruolo esecutivo, dovrà essere scelto fra i consiglieri in possesso dei requisiti di indipendenza, così da rappresentare “una figura di garanzia per tutti gli azionisti”.
Sono queste le principali raccomandazioni ai soci contenute nel documento nato dalle proposte dell’Ad Marco Patuano in vista delle candidature per il prossimo rinnovo del Consiglio di Amministrazione, affinché alla società sia assicurato un adeguato assetto di governance. L’Assemblea per la nomina del nuovo Consiglio si svolgerà il 16 aprile 2014, presso la sede di Rozzano (Milano).
Quanto alle liste di candidati, il documento sottolinea che all’interno di ciascuna lista dovrà essere assicurata “la presenza di una chiara maggioranza di candidati che si qualifichino come indipendenti in base ai criteri del Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana. La valutazione d’indipendenza va effettuata più guardando alla sostanza che alla forma”.
Il Consiglio di Amministrazione ha quindi indicato lo 0,5% del capitale con diritto di voto quale quota minima per la presentazione delle candidature, adottando un’interpretazione dello Statuto “più favorevole alle minoranze e, a opinione della Consob, maggiormente conforme alla ratio della normativa sul voto di lista”.
Alle minoranze, stando così le cose, spetterà la nomina di tre consiglieri, con gli altri 8 o 10 nominati dalla lista che prenderà più voti.
Quanto ai comitati che lavoreranno a stretto contatto con il Cda, quello Controllo e Rischi sarà composto da 5 membri (attualmente 4) mentre il Comitato Nomine e Remunerazione sarà composto da 3 membri, “con presidenze diverse da attribuire a Consiglieri indipendenti, preferibilmente tratti dalle liste di minoranza”.
Il documento è stato approvato all’unanimità al termine di un Consiglio di amministrazione più breve e meno ‘problematico’ di quanto le premesse avrebbero potuto far credere.
Le raccomandazioni e i suggerimenti contenuti nel documento derivano, oltre che dall’esperienza “maturata nel corso del mandato ormai in scadenza”, anche da “una approfondita attività di benchmarking con realtà italiane e internazionali comparabili, del confronto diretto con alcuni dei maggiori azionisti e con esponenti autorevoli del mondo degli investitori istituzionali, dei proxy advisors, di Assogestioni”, si legge in una nota della società.
La proposta di rinnovo della corporate governance, prosegue la nota, “discende dalla volontà di rispondere alle sollecitazioni emerse dal dibattito svoltosi nel corso dell’assemblea dello scorso 20 dicembre 2013“, convocata, lo ricordiamo, dal numero uno di Findim, Marco Fossati, che controlla il 5% del capitale di Telecom Italia. (A.T.)