Europa
Il quadro normativo europeo per il settore delle telecomunicazioni non è adeguato ai tempi e alle esigenze dell’industria: ci vorrebbero dunque forti cambiamenti strutturali che permettano alle aziende del settore e alla collettività di cogliere a pieno i vantaggi del mercato unico digitale, della connettività e dell’internet delle cose. A dirlo, dal Mobile World Congress di Barcellona, il Ceo di Deutsche Telekom, Timotheus Hottges.
Nel suo keynote speech, Hottges ha sottolineato, quindi, che in Europa ci sono più di 200 operatori, contro i 4 degli Usa e i 4 della Cina, Hottges ha detto che il contesto regolamentare europeo “non è favorevole” e, soprattutto, non è al passo con un’industria che deve evolversi per soddisfare le aspettative degli utenti in fatto di connettività.
In Germania, per esempio, agli operatori non è consentito analizzare i big data “così tutti i nostri dati privati escono fuori dal paese” a vantaggio del business di aziende straniere.
Bisogna inoltre accelerare lo sviluppo di un ecosistema di app che non regge il passo di Asia e Usa. Su questo però, ha ammesso, le telco possono dare un contributo limitato perché lo sviluppo delle app non è nel loro DNA.
“In questo nuovo mondo noi costruiamo le reti, ma il servizio è realizzato da qualcun altro. Dobbiamo condividere la monetizzazione”, ha detto.
Il Ceo di Deutsche Telekom ha quindi richiamato la necessità di un nuovo equilibrio “tra la normativa europea, quella locale e il contesto globale” oltre a ribadire che le leggi sulla protezione dei dati vanno uniformate.
OTT e operatori, dal canto loro, hanno la responsabilità di essere chiari e trasparenti sull’uso che viene fatto delle informazioni degli utenti e sui nuovi business model incentrati su questi dati.
Molti utenti infatti, non hanno ben compreso un concetto fondamentale della web economy e cioè che “nel momento in cui qualcosa è gratis, vuol dire che il prodotto sei tu”, ha detto Hottges.