Telco vs OTT: agli operatori servono nuovi modelli di business

di Alessandra Talarico |

Un rapporto di Arthur D. Little evidenzia la necessità per gli operatori di cambiare modello di business per rafforzare la struttura operativa e ridurre i costi.

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Telcos

In un universo tlc sempre più ‘IP-tizzato’, con le telco tradizionali schiacciate da un lato dalla concorrenza degli OTT e, dall’altro, dalla diminuzione dei ricavi legati alla connettività (risultato della crescente concorrenza delle tecnologie via cavo e mobili, è necessario che gli operatori del settore adottino un nuovo business model ‘stratificato’, che li aiuti non solo a rafforzarsi sul mercato ma anche a ridurre i costi.

 

È quanto sostiene il report ‘From Silos to Layers: How Operators Need to Change Their Operating Model to Cope With Industry Dynamics’ di Arthur D. Little, che sottolinea come gli operatori tlc, che storicamente hanno seguito un approccio integrato in cui accesso e servizi sono stati offerti al mercato in modo combinato, si trovino ora di fronte alla necessità di segmentare il loro modello di delivery per fornire nuove capacità ‘abilitanti’ (sia a livello rete che IT) e nuovi prodotti.

Allo stesso tempo, è indispensabile ottimizzare i costi delle reti, il che porta – secondo gli analisti – alla crescente esigenza di cooperazione nella gestione delle reti, pur mantenendo il livello di differenziazione dei servizio necessario per generare nuove entrate.

In particolare, gli analisti parlano di 4 livelli di differenziazione relativi, in particolare, ai servizi core i quali devono essere diversificati (estensione della capacità, gestione della banda, differenziazione della QoS), evoluti (trasformazione digitale, integrazione di app di terze parti), migliorati (tramite partnership e alleanze e soluzioni cloud) con un focus sulle applicazioni verticali e orizzontali (sviluppo di servizi – M2M, soluzioni verticali, system integration, digital home, mPayment, mHealth, mBanking – che possano essere offerti su diversi mercati e condivisi su diverse piattaforme).

 

Questi 4 livelli di differenziazione sono essenziali nel nuovo mondo delle telecomunicazioni IP-itizzate: stratificare i servizi – così che un livello fornisca servizi a quello successivo – permette infatti agli operatori di cogliere le opportunità di creare valore sia nel campo dell’ICT che oltre, di assicurarsi una struttura migliore e di concentrarsi sullo specifico valore aggiunto di ogni livello.

 

Secondo gli analisti le operazioni delle telco dovrebbero essere organizzate attorno a 4 layers:

  • Mercato – definisce i prodotti necesssari per i rispettivi segmenti customer. Ogni unità di customer facing (CFU)  consiste di  Marketing, vendita e custome care.
  • Prodotto – struttura lo sviluppo e le attività di fornitura. È responsabile del ciclo vita del prodotto e della semplificazione del porfolio.
  • Abilitazione – gestisce le capacità IT e network e ne combina l’intelligenza  per tradurne il valore a livello commerciale.
  • Network – combina gli asset che hanno poco impatto sul core business.

 

Questi layer operativi sono inquadrati da forti funzioni di governance e supporto.

 

Accordi di condivisione delle reti come quello tra Telenor e Tele2 in Norvegia e Orange e T-Mobile in Polonia stanno evidenziando la distinzione tra il livello ‘network’ e quello del ‘management’, mentre l’introduzione di un layer dedicato al prodotto è stata eseguita da ePlus per ridurre la complessità del suo portfolio.

 

È ovvio, concludono gli analisti, che l’applicazione di un simile modello non è delle più semplici ma per cogliere i benefici della trasformazione IP delle telecomunicazioni è necessario sia incrementare i ricavi che ottimizzare i costi e ridurre le ridondanze all’interno dell’organizzazione.

 

 

 

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