Editori Vs Motori di ricerca: anche la Spagna verso la Google Tax

di Raffaella Natale |

I motori di ricerca dovranno pagare agli editori l’equo compenso anche per brevi estratti di articoli e per le foto. La proposta di legge passerà adesso al Parlamento che la voterà entro l’estate.

Spagna


Google News

Anche la Spagna avrà per l’estate la sua Google Tax. Il governo ha, infatti, approvato una proposta per riformare la Legge sulla proprietà intellettuale che prevede l’introduzione di una tassa per i contenuti protetti da copyright e ripresi dai motori di ricerca come appunto Google e anche Yahoo!. Il DL dovrà adesso essere discusso in Parlamento e si prevede che entro giugno ci sarà il via libera per le nuove misure.

 

Anche altri Paesi europei, come la Francia, stanno lavorando a progetti simili e recentemente anche Israele ha presentato una proposta di legge che va in questa direzione.

In Italia è tutto fermo. La norma del Sottosegretario Giovanni Legnini che prevedeve una sorta di arbitrato affidato all’Agcom tra editori e web company per risolvere l’annosa querelle e ferma da dicembre alla bollinatura della Ragioneria e considerati gli ultimi accadimenti politici non è detto che vedrà la luce.

E intanto la situazione si complica alla luce dell’ultima sentenza della Corte di Giustizia Ue secondo la quale pubblicare un link che rimanda a opere tutelate da copyright non necessita l’autorizzazione dei titolari dei diritti a meno che i contenuti in questione non siano disponibili solo in abbonamento.

 

In Spagna, il progetto di riforma prevede che la riproduzione di “frammenti non significativi” (brevi estratti da articoli, i cosiddetti snippets, ndr) è consentito ma dietro pagamento dell’equo compenso, necessario anche per le fotografie.

Nessun dettaglio ancora sull’esatta definizione di ‘frammenti non significativi’ e su come calcolare gli importi dovuti ai titolari di diritto d’autore.

 

La proposta spagnola ha subito avuto il plauso dell’Associazione degli editori dei giornali, AEDE. Il presidente Luis Enrique ha commentato: “E’ il passo più importante fatto da questo governo per la tutela della stampa”.

 

Nessun commento da Google che attende di leggere la proposta di legge prima di rilasciare dichiarazioni.

 

La riforma della proprietà intellettuale, che riguarda appunto i motori di ricerca e gli aggregatori di notizie come Google News, fa parte di un più ampio disegno di revisione del quadro giuridico al quale il governo spagnolo sta lavorando dallo scorso anno nel tentativo di frenare la dilagante pirateria digitale che è anche uno dei motivi per cui Netflix ha escluso la Spagna dai suoi progetti di espansione all’estero.

In Italia, per la tutela del diritto d’autore online il prossimo 31 marzo entrerà in vigore il Regolamento Agcom, di cui si parlerà approfonditamente domani al seminario Isimm, sebbene sull’argomento siano state depositate due proposte di legge, una firma dell’on. Mirella Liuzzi del M5s e una del senatore Felice Casson del Pd.

 

La proposta di legge approvata dal governo spagnolo prevede l’istruzione di processi snelli, procedure rapide per la chiusura dei siti internet accusati di pirateria, sanzioni per i siti che reindirizzano gli utenti verso contenuti illegali ma anche per gli inserzionisti che con la pubblicità sostengono finanziariamente tali siti.

Prevista anche un’attività di monitoraggio sui motori di ricerca per verificare se i link ai siti pirata appaiono tra le query.

La proposta di legge propone anche il sistema one-stop-shop per le denunce che riguardano la violazione dei diritti d’autore sui quali vigilerà la Commissione nazionale dei mercati finanziari e della concorrenza (CNMC).

Le norme si allineano inoltre alla recente Direttiva Ue che estende dagli attuali 50 a 70 anni il copyright per la musica.

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