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App: alla faccia della crisi! Il mercato Ue vale 17,5 miliardi, ma l’Italia è in ritardo

Europa


Da 0 a 17,5 miliardi in meno di 5 anni: dal 2008 a oggi, il mercato delle app in Europa è cresciuto a ritmi vertiginosi creando 1,8 milioni di posti di lavoro e un giro d’affari miliardario, destinato a crescere ulteriormente nel prossimo lustro.

Dal Rapporto ‘Sizing the App economy‘, realizzato da Gigagom per la Commissione europea,  emerge però che l’Italia resta indietro anche in questo contesto non avendo aziende “capaci di piazzare le loro app tra le prime 50 al di fuori del mercato domestico”.

I programmatori italiani, insomma, restano confinati al mercato nazionale senza riuscire a  sfruttare le opportunità del crescente mercato europeo e mondiale.

 

Tornando al contesto europeo, sono attualmente 1 milione gli sviluppatori di app e 800 mila le persone che lavorano nel marketing e nei servizi di supporto.

Nel 2013, il mercato ha generato un giro d’affari da 17,5 miliardi di euro – dei quali 11,5 miliardi di introiti per gli sviluppatori – ed è proiettato a raggiungere ricavi per 63 miliardi entro il 2018, quando il segmento darà lavoro a 4,8 milioni di persone.

 

Tutto nasce nel 2008, quando Apple lanciò il suo App Store. Da allora, le app si sono confermate come la vera ‘killer application’ della telefonia mobile: si calcola che solo nel 2013 ne siano state scaricate sui device mobili oltre 94 miliardi. Ce ne sono per tutti i gusti: per chi vuole dimagrire e deve tenere d’occhio le calorie, per chi vuole informarsi sull’arrivo dei mezzi pubblici o sulle condizioni meteo, per chi vuole informarsi e basta, per chi vuole tenere d’occhio il conto in banca e per chi vuole semplicemente giocare.

E il mercato, dicono gli analisti, non è che ai suoi primi passi. L’Europa, quindi, è sulla buona strada per guidarne l’ulteriore crescita, con gli sviluppatori europei che generano attualmente la stessa quota di ricavi (42%) di quelli nord americani.

 

In base ai dati del Rapporto, nel 2013, utenti e inserzionisti hanno speso 6,1 miliardi di euro in app. Cifra che crescerà a 18,7 miliardi nel 2018.

28 aziende europee, emerge ancora dallo studio, hanno creato il 40% delle app che figurano nella Top 100 in termini di incassi. Nella Top 5 risultano 3 sviluppatori nordeuropei (King.com, Supercell e Rovio) con gli sviluppatori tedeschi, francesi, spagnoli e britannici che stanno riscuotendo successo anche al di fuori dei rispettivi mercati nazionali.

 

Un successo che, in un momento di forte crisi economica, ha permesso agli sviluppatori di incassare 11,5 miliardi di euro dalla creazione di app per le aziende di beni di consumo, media, banche e altri settori. Una cifra destinata a crescere a 46 miliardi nel 2018.

Una panacea per un mercato del lavoro asfittico: la Golden Gekko – società anglo-spagnola specializzata nello sviluppo di app e widget – pensa di incrementare il suo staff del 40-50% il prossimo anno, mentre la londinese Grapple Mobile è passata da 3 a 120 dipendenti in tre anni e intende raddoppiare il prossimo anno.

 

Un futuro brillante, dunque? Sì, se il Vecchio Continente riuscirà a far fronte alla mancanza di competenze, ai problemi di connettività e alla frammentazione. Fattori che mettono a rischio, secondo gli sviluppatori, il boom delle app.

 

“Il settore delle app è un’area in cui l’Europa può davvero primeggiare, ma bisogna risolvere le preoccupazioni degli sviluppatori in quanto alla connettività e alla frammentazione: una ragione in più per completare il mercato unico digitale”, ha affermato Neelie Kroes.

“Tutte le app e i dispositivi mobili si reggono sulle reti a banda larga. Eppure oggi il quadro normativo del settore delle telecomunicazioni è spezzettato e bloccato. Questo significa connettività di bassa qualità, app e servizi bloccati o strozzati dagli operatori, sovrapprezzi proibitivi per usare il cellulare all’estero”, ha aggiunto il Commissario, sottolineando che è essenziale risolvere questi problemi per porre le basi di un futuro prossimo in cui anche le auto saranno connesse e faremo sempre più affidamento sulle app anche per monitorare la nostra salute (vai al discorso integrale di Neelie Kroes).

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