Diritto d’autore, Corte di Giustizia Ue: ‘Linkare opere gratuite non è reato’

di Raffaella Natale |

Per i giudici Ue si tratta, infatti, di ‘comunicazione al pubblico’ per la quale non serve l’autorizzazione dei titolari dei diritti.

Unione Europea


Diritto d'autore

Pubblicare un link che rimanda a opere tutelate da copyright non necessita l’autorizzazione dei titolari dei diritti, a meno che i contenuti in questione non siano disponibili solo in abbonamento.

E’ quanto stabilito oggi dalla sentenza della Corte di Giustizia Ue nel caso che vedeva contrapposti i siti internet svedesi  Göteborgs-Posten e Retriever Sverige.

Quest’ultimo aveva pubblicato articoli ospitati dal primo senza chiederne la preventiva autorizzazione ai giornalisti come del resto fa anche con altri siti.

 

L’odierna sentenza avrà importanti ripercussioni sulla controversa questione del diritto d’autore online che attende ancora una riforma a livello europeo e che continua a creare non pochi problemi nazionali, vedi il caso del Regolamento Agcom in Italia che entrerà in vigore il prossimo 31 marzo. Un’ampia problematica che riguarda anche l’annosa querelle che oppone Google agli editori che chiedono il pagamento delle royalties per le notizie riprese dall’aggregatore Google News.

Non possiamo affermare che la sentenza di oggi risolva sic et simpliciter il problema, perché in quest’ultimo caso ci sono di mezzo anche i lauti guadagni che Google si garantisce grazie all’aggregazione delle notizie online e per la quale diversi Paesi europei e pure Israele stanno provando a trovare una soluzione. Certamente però rappresenta un importante tassello di questo complesso mosaico che è il diritto d’autore nell’era digitale.  

 

Tornando ai fatti di oggi, la Corte d’appello di Svea (Svezia) ha adito la Corte di giustizia chiedendo se la fornitura di link di tal genere costituisca un atto di comunicazione al pubblico ai sensi del diritto dell’Unione. In caso affermativo, i link non sarebbero possibili senza l’autorizzazione dei titolari dei relativi diritti d’autore. Infatti, la Ue prevede che gli autori dispongano del diritto esclusivo di autorizzare o vietare qualsivoglia comunicazione al pubblico delle proprie opere.

 

Ma oggi la Corte ha rilevato che “il fatto di fornire link cliccabili verso opere protette costituisce un atto di comunicazione”, cioè “una messa a disposizione di un’opera al pubblico in maniera tale che quest’ultimo possa avervi accesso“.

 

Secondo la Corte, tale “pubblico nuovo” non sussiste nel caso del sito gestito dalla Retriever Sverige. Infatti, considerato che le opere proposte sul sito del Göteborgs-Posten erano in accesso libero, gli utenti del sito della Retriever Sverige devono essere considerati come facenti parte del pubblico già preso in considerazione dai giornalisti all’atto dell’autorizzazione della pubblicazione degli articoli sul Göteborgs-Posten.

 

Per la Corte, quindi, “il proprietario di un sito Internet, come quello della Retriever Sverige, può rinviare, per mezzo di link, ad opere protette disponibili in accesso libero su un altro sito, senza autorizzazione dei titolari dei relativi diritti d’autore“.

 

Tuttavia, precisano i giudici di Strasburgo, “ciò non varrebbe nell’ipotesi in cui un link consentisse agli utenti di aggirare misure di restrizione adottate dal sito in cui l’opera protetta è collocata al fine di limitarne l’accesso da parte del pubblico ai soli abbonati”.

 

Infine, la Corte dichiara che gli Stati membri non hanno il diritto di disporre una protezione più estesa dei titolari dei diritti d’autore ampliando la nozione di ‘comunicazione al pubblico’ perché ciò, conclude, “produrrebbe l’effetto di creare disparità legislative e, pertanto, una situazione di incertezza giuridica, laddove la direttiva di cui trattasi è specificamente volta a porre rimedio a tali problemi“.

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