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Andrea Melodia (Unione Cattolica Stampa Italiana): ‘Il Bollino blu delegittima il servizio pubblico Rai’

Italia


Il Bollino Blu per distinguere i programmi finanziati dal canone Rai non piace neanche alla stampa cattolica. In attesa che venga approvata la versione definitiva del Contratto di Servizio Rai 2013-2015, continua a restare alta l’attenzione sul provvedimento posto come condizione imprescindibile dal Viceministro dello Sviluppo economico Antonio Catricalà alla firma del documento.

E mentre il Contratto resta ancora all’esame dei 40 commissari della Commissione di Vigilanza, il dibattito continua a infiammarsi.  

Dal Ministero hanno spiegato a Key4biz che “…si tratta di un’operazione di trasparenza, perché non tutti i programmi sono finanziati dal canone e alcuni sono acquistati da produzioni esterne. E’ quindi giusto far sapere al contribuente quanta parte del programma che sta guardando è a suo carico e quanta no“.

 

Ma non la pensa così Andrea Melodia, presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (UCSI), che oggi ha dichiarato a Key4biz: “Il Bollino Blu può essere concretamente applicato solo in base a distinzioni di genere dei programmi. Quindi servirà a “bollare” i TG come servizio pubblico, i programmi di intrattenimento no”.

“Ma il servizio pubblico – ha sottolineato Melodia – non deve e non può essere questione di genere. Anche perché le distinzioni di genere sono per forza arbitrarie, sempre di più”. “Tutto quello che trasmette la Rai – ha aggiunto il presidente dell’UCSI – dovrebbe essere in ottica di servizio pubblico”.

 

Una posizione condivisa anche da Barbara Apuzzo, segretaria nazionale della Slc Cgil, per la quale “mettere un Bollino che contraddistingua i prodotti finanziati dal canone da quelli finanziati dalla pubblicità sarebbe allucinante per il fatto che il servizio pubblico deve informare, intrattenere ed educare per cui se si esclude l’intrattenimento, cosa già comparsa nel vecchio Contratto di servizio, e si inserisce il Bollino, si apre la strada a un possibile spacchettamento dell’azienda e si crea una distorsione nel sistema concorrenziale con quelli che sono i prodotti finanziati solo dalla pubblicità”.

 

In Vigilanza il confronto è sempre più acceso, specie dopo che anche l’Ebu (European Broadcasting Union), l’Associazione che raggruppa le principali emittenti televisive pubbliche europee, ha ritenuto ‘inutile’ e ‘dannoso’ il provvedimento.

 

Per il presidente dell’Unione Cattolica Stampa Italiana, “l’Ebu si oppone, ben sapendo che una distinzione per generi è l’anticamera della delegittimazione generale del servizio pubblico, e l’anticamera di una ripartizione delle risorse pubbliche per generi, che è quanto le Tv commerciali sperano maggiormente di ottenere. Per questo chi vuole difendere e rilanciare il servizio pubblico si oppone fermamente al Bollino Blu”.

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