Web e fisco, Obama: ‘Hollande nella Silicon Valley è il segno della nostra apertura’

di Raffaella Natale |

Il presidente Usa accoglie il collega dell’Eliseo e rilancia la collaborazione internazionale dopo il Datagate. Il Ministro Pellerin: ‘Hollande non è l’esattore delle tasse’.

Stati Uniti


Hollande e Obama

Ci sarà oggi l’atteso confronto tra il presidente François Hollande e i massimi rappresentanti delle multinazionali di internet che a pranzo a San Francisco parleranno d’hi-tech, nuovi progetti e sicuramente dei sistemi di ottimizzazione fiscale ai quali ricorrono le web company per sottrarsi al fisco e che nei giorni scorsi il presidente francese ha definito ‘inaccettabili’, e di cui ha parlato negli ultimi due giorni con Barack Obama per cercare soluzioni comuni.

Il presidente Usa ieri sera durante la cena alla Casa Bianca ha parlato dell’avvio di nuove relazioni basate su ‘un clima di vicinanza e fiducia’. Importante segnale anche dopo lo scoppio dello scandalo del Datagate che ha raffreddato i rapporti tra Usa e Ue.

“Ci siamo chiariti – ha detto Hollande in merito alle intercettazioni della Nsa rivelate da Edward Snowden – e lavorato a una collaborazione”.

“Vogliamo rispettare la vita privata dei cittadini del mondo”, ha rilanciato Obama.

 

Riguardo alla questione web e fisco, il Ministro Fleur Pellerin, che accompagna il presidente in questo viaggio negli Usa, ha già detto che “Hollande non andrà all’appuntamento in veste di esattore delle tasse“. Ma l’argomento sarà sicuramente nel menù di questa colazione alla quale parteciperanno Eric Schmidt di Googl, Sheryl Sandberg di Facebook, Jack Dorsey di Twitter, Mitchell Baker di Mozilla, Tony Fadell di Nest e Marc Benioff di Salesforce.

Nel pomeriggio, vedrà anche Elon Musk (PayPal e Tesla Motors), Astro Teller (GoogleX), Paul Alivisatos (LBNL) e Ian Clark (Genentech).

 

Eric Schmidt dirà ancora una volta che ‘Google rispetta le leggi fiscali dei Paesi nei quali opera’ anche se in Francia c’è un procedimento in corso e il gruppo di Mountain View rischia una multa fino a 1 miliardo di euro?

 

Oggi potrebbe essere l’occasione per un chiarimento sulle procedure di profit shifting conto le quali anche il presidente Barack Obama ha preso posizione oltre a diversi Paesi europei e all’Ocse.

 

In Italia, con la legge di Stabilità è entrata in vigore la cosiddetta Web Tax, caldeggiata dal presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio Francesco Boccia (Pd), che dal 1° gennaio permette già di tracciare i pagamenti delle aziende che operano nella pubblicità online. Google in primis che, stando alle ultime stime, fatturerebbe in Italia quasi quanto Publitalia e porrebbe un serio rischio di monopolio.

 

Ieri in conferenza stampa, Obama ha annunciato “l’avvio di un nuovo dialogo economico con la Francia per stimolare il commercio, accrescere la competitività delle nostre aziende, sviluppare l’innovazione e incoraggiare i nuovi imprenditori”. 

“La visita di Hollande nella Silicon Valley – ha aggiunto Obama – sottolinea il nostro impegno a favore di nuove collaborazioni scientifiche e tecnologiche”.

Secondo il presidente Usa, François Hollande “ha avviato delle riforme strutturali difficili che aiuteranno (la Francia) a essere più competitiva per il futuro”.

Ed è di queste riforme che Hollande intende parlare agli investitori americani e ai giovani imprenditori francesi trapiantati negli States, riuniti nella French Tech Hub.

 

Hollande ha ricordato che la “la Francia è uno dei Paesi del mondo che ricevono maggiori investimenti dall’estero e uno dei più aperti ai capitarli stranieri”.

 

Tuttavia i rapporti con le multinazionali americane di internet restano ‘agitati’ sia per quanto riguarda le tasse che per lo scandalo del Datagate.

Su tutto questo si allunga l’ombra del protezionismo di cui è sempre stata accusata la Francia e di cui si è tornato a parlare per la vicenda Dailymotion (il governo ha impedito la cessione della startup a Yahoo!, ndr) che più recentemente per il prossimo sbarco di Netflix nell’Esagono. Senza tralasciare l’acceso confronto con gli Stati Uniti sull’eccezione culturale difesa a spada tratta dalla Francia.

Atteggiamenti, secondo alcuni osservatori, non compatibili con lo spirito d’innovazione tanto decantato da Hollande che però in Francia è riuscito a ottenere che Google istituisse un Fondo da 60 milioni di euro per risolvere la querelle che opponeva il motore di ricerca agli editori d’Oltralpe. Cosa in cui non sono ancora riusciti altri Paesi, come l’Italia che attende ancora il varo della norma del Sottosegretario Giovanni Legnini per tutelare online le opere degli editori. 

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