Europa
Il settore europeo delle telecomunicazioni è vitale per l’economia europea ed è anche, insieme a energia e finanza, quello in cui si sente di più l’esigenza di avere un mercato unico.
È particolarmente rilevante, quindi, che la Commissione europea si appresti a rivedere – a 10 anni dall’entrata in vigore il regolamento 1/2003 sull’applicazione delle regole di concorrenza: “Uno sguardo al passato da considerare come un primo, necessario passo per costruire il futuro”.
A pochi mesi dalle prossime elezioni europee – un voto ‘cruciale’ per la tenuta del Vecchio Continente in un momento storico in cui in molti Stati sembra prevalere un sentimento anti-europeista – il vicepresidente della Commissione europea Joaquin Almunia, responsabile delle politiche della concorrenza, ha fatto il punto sulle politiche antitrust, e sui legami tra queste e le politiche di altri settori essenziali per la crescita, incluse la politica industriale e la Digital Agenda.
Nel ricordare come le politiche di concorrenza in vigore in Europa abbiano contribuito a forgiare un mercato integrato ed efficiente, Almunia ha sottolineato l’importanza, in questo particolare momento storico, di un vero mercato unico, sostenuto da una forte applicazione del diritto comunitario della concorrenza quale leva essenziale per la crescita e per il miglioramento del tenore di vita dei cittadini.
Riferendosi, in particolare, al mercato delle telecomunicazioni, il responsabile antitrust ha ribadito l’urgenza di garantire agli operatori del settore la possibilità di lavorare su un mercato europeo veramente senza barriere, non frammentato com’è oggi: “Le prospettive di crescita nei settori delle telecomunicazioni e dei servizi digitali sono molto alte e la competitività dell’Europa trarrebbe un grande beneficio se operatori dinamici e innovativi potessero operare in un vero e proprio mercato di scala europea”.
Dell’attuale frammentazione, ha ricordato Almunia, le aziende del settore non sono le sole responsabili: “Le barriere transfrontaliere in questo mercato sono di natura regolamentare e spetta ai governi nazionali, al Consiglio e al Parlamento europeo rimuoverle un volta per tutte”.
Attualmente, ha ricordato, “l’assegnazione dello spettro, i regolamenti e i procedimenti sono ancora un ‘affare nazionale'” che costringe gli utenti a cambiare operatore non appena si varca il confine del proprio paese o a siglare un nuovo contratto per evitare le tariffe di roaming.
Le fusioni tra i grandi merger a livello nazionale – come sta avvenendo in Irlanda tra O2 e Hutchison e in Germania tra E-Plus e Telefonica – possono essere una soluzione?
“Questo tipo di accordi – ha detto Almunia – riguardano prevalentemente i mercati nazionali e non incidono a livello transfrontaliero”.
Costituire operatori più grandi all’interno dei confini nazionali non fa, insomma, che rafforzare il potere di mercato a questo livello, senza creare, come ci sarebbe bisogno, player pan-europei in grado di investire nelle reti di nuova generazione.
Le operazioni di fusione in corso in Irlanda e Germania vanno in questa direzione: porteranno cioè all’unione di operatori attivi nello stesso stato e per questo “le analisi in corso su queste due operazioni sono condotte all’interno di una definizione di mercato coerente con la necessità di abbattere gli ostacoli transfrontalieri attualmente esistenti in Europa”, ha detto Almunia senza voler anticipare i risultati delle revisioni di questi due accordi.
Anche se gli operatori non sono responsabili della frammentazione del mercato, le barriere nazionali non dovrebbero essere un alibi per “cercare rendite monopolistiche e impedire l’innovazione”. Alcune aziende del settore, ha aggiunto Almunia, sono i “custodi del mondo digitale perché controllano i fili, le fibre, le onde radio che trasportano i contenuti nelle nostre case e sui nostri dispositivi mobili”.
In questo caso, il compito dei Garanti della concorrenza è di assicurare “che i mercati restino aperti e che nulla ostacoli lo sviluppo di nuove tecnologie e nuovi modelli di business”.
Allo stesso tempo, “bisogna attivarsi con i cosiddetti operatori ‘over the top’, estremamente potenti di questi tempi. Ogni qual volta essi cercheranno di abusare del loro potere di mercato creando seri squilibri a discapito di chi ha investito nelle reti, attiveremo i nostri strumenti antitrust”, ha avvertito Almunia.