Netflix punta sui contenuti per bambini

di Raffaella Natale |

La Spagna resta esclusa dai progetti europei di Netflix: troppa pirateria e costi dei diritti troppo alti.

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Netflix per bambini

Netflix ha rivoluzionato l’industria del cinema e della televisione e non è ancora finita. Per il 2014, ha già annunciato la sua campagna di espansione in Europa e, stando ai documenti depositati presso la SEC, prevede già di investire 3 miliardi di dollari per la produzione di serie originali come House of Cardas, Orange is the New Black. Inoltre, la compagnia sta cercando di accantonare per i prossimi tre anni almeno 6,2 miliardi di dollari per acquistare nuovi contenuti. Non a caso, ha annunciato l’emissione di un bond da 400 milioni di dollari.

 

La chiave del successo? Ampia offerta e prezzi competitivi. Un abbonamento al suo servizio che permette di vedere programmi televisivi e film in streaming o noleggiare Dvd costa in media 8 dollari.

Un prezzo che gli permette di battere la concorrenza, ecco perché fa tanta paura agli altri distributori ed ecco perché le sua azioni vengono scambiate bene sul mercato e il prezzo lievita così come stanno crescendo i suoi profitti e i suoi abbonati da un anno a questa parte.

 

La novità: contenuti per bambini

Per il futuro, gli analisti prevedono che la compagnia investirà maggiormente sui contenuti per bambini in età prescolare. Una scelta che gli consentirà di puntare sul target delle famiglie e garantirsi nuovi utenti.

Gli analisti scommettono sulla prossima espansione in Italia, Francia e Germania che hanno condizioni di mercato molto simili a quelli di Canada e Regno Unito dove il servizio è già un successo.

 

Andare oltre il 4K

Alta sfida per Netflix è andare oltre l’Ultra Alta Definizione. Neil Hunt, Chief Product Officer del gruppo, ha dichiarato che nei prossimi due anni ci saranno grandi novità, ma un dato è certo: agli utenti non basterà più il 4K.

Ritengo – ha osservato – che entro il 2016 avremo esaurito le innovazioni per quanto riguarda la risoluzione”. E la prossima tappa sarà offrire “immagini a ‘tutto campo’” con uno schermo che “garantisce una visione a 120 gradi“.

Netflix sta, infatti, lottando contro chi vuol diffondere l’idea che lo streaming non possa garantire immagini d’alta qualità.

Per questo l’azienda sta lavorando a produzioni 4K che però, come ammette Hunt, servono solo ‘a cementare’ il brand ma non a produrre reali vantaggi che possono ottenersi solo andando oltre il 4K.

Hunt spera che entro il 2020 i produttori lavorino a schermi da 100 pollici che possono essere guardati dalla stessa distanza da cui oggi guardiamo la tv dal divano con il vantaggio di avere un campo visivo maggiorato di due terzi. Che Hunt abbia avuto qualche informazione privilegiata sul tipo di televisori del futuro?

 

Espansione in Europa: la Spagna resta fuori

Forse sì, vista la sua posizione privilegiata. Intanto però restano da risolvere alcuni nodi per quanto riguarda l’espansione di Netflix in Europa.

La web company dovrà, infatti, fare i conti con regole di mercato stringenti, come quelle che riguardano le finestre di distribuzione e le tasse per finanziare la cultura. Regole che vigono anche in Italia.

La Francia ha già messo le mani avanti: il Ministro Aurélie Filippetti ha dichiarato che se Netflix vorrà lavorare nell’Esagono dovrà pagare le tasse come tutti.

Fuori dai piani resta invece la Spagna, dove i costi per i diritti di proprietà intellettuale sono più alti rispetto ad altri Paesi europei e dove la pirateria rappresenta ancora un grosso problema.

 

In Canada

I problemi si sono presentati anche in Canada dove, vista la crescente popolarità di Netflix, gli studios si sono mobilitati per chiedere al governo nuove regole la web company.

In particolare, la Canadian Media Production Association, che rappresenta i registi di lingua inglese, ha chiesto che l’azienda paghi, come tutti gli altri, le tasse per finanziare la produzione cinematografica nazionale.

In più, i registi vorrebbero che Netflix eserciti un maggiore controllo sui servizi VPN che permettono agli utenti di accedere alle offerte online del gruppo disponibili in altri Paesi. La ragione è, probabilmente, quella di impedire che i canadesi possano vedere film americani la cui distribuzione non è ancora autorizzata in Canada.

Gli utenti si sono ribellati: “Le potenti associazioni del cinema dovrebbero cominciare a garantire un’offerta più ampia a prezzi più ragionevoli”.

 

Si preannuncia una dura battaglia anche in Europa dove è chiaro che gli operatori non staranno a guardare con le mani in mano l’avanzata di Netflix.

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