Russia
Le Olimpiadi invernali di Sochi, a cui Google, in un guizzo di protesta anti-omofobica ha dedicato oggi il suo doodle, sono coperte da tecnologia LTE. L’operatore russo Rostelecom ha annunciato di aver installato 40 stazioni base LTE che permetteranno di navigare in internet dal cellulare a velocità fino a 60 Mbps in download e 20 Mbps in upload.
La rete copre un’area di 90 chilometri quadrati nella città di Sochi, dove oggi si tiene la cerimonia inaugurale dei giochi, i primi in Russia dopo l’edizione estiva di Mosca 1980.
Un’edizione in cui a farla da padrone sono state inizialmente le polemiche per le sortite omofobiche del presidente Vladimir Putin – che hanno causato la defezione di molti capi di stato – poi le contestazioni sui costi esorbitanti di questa edizione (si parla di 50 miliardi di dollari) e, quindi, l’attenzione parossistica alla sicurezza, su cui vigilerà un apparato di 70 mila uomini.
È stato minimizzato, però, da Gartner l’allarme sulla sicurezza dei cellulari e dei laptop in uso nella città russa, dopo la denuncia di un giornalista di NBC News, Richard Engel, secondo cui chiunque arrivi a Sochi corre il rischio di vedersi violare lo smartphone o il laptop da presunti gruppi di hacker russi, come è successo a lui.
Secondo Engel, che ha sperimentato la sua tesi con due laptop e un cellulare comparati apposta, riempiti di dati falsi e connessi alla rete, qualsiasi device subisce le incursioni degli hacker appena acceso all’arrivo in aeroporto.
Una denuncia sacrosanta, dice che Gartner, che ha il merito di accendere i riflettori sulla cybersicurezza, ma fuorviante perché questo tipo di minaccia non riguarda Sochi o la Russia in particolare. Nessuno può dirsi al sicuro, in nessun luogo, soprattutto se decide di scaricare sul dispositivo un’app nociva, come ha fatto il giornalista della NBC.
L’analista Gartner Paul Proctor spiega infatti che un ‘incidente’ come quello accaduto a Engel può accadere ovunque, anche nella caffetteria sotto casa: NBC, insomma, secondo Proctor ha perso un’occasione che nessun luogo e nessun dispositivo è a prova di hacker e che il comportamento individuale il fattore determinante per garantire la sicurezza dei dispositivi digitali.
“Suggerirei a Richard Engle e a NBC News di ripetere lo stesso esperimento in uno Starbucks a Manhattan. Gli stessi ‘russi’ saranno li ad aspettare lui…e voi”, ha chiosato Proctor.