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Web e fisco, Hollande avverte Obama: ‘Inaccettabili le pratiche dei colossi della rete’

Francia


François Hollande dice basta alle pratiche di ottimizzazione fiscale delle multinazionali di internet e annuncia che parlerà della questione direttamente col Barack Obama nella sua imminente visita negli Stati Uniti.

Il Presidente francese, in occasione della visita agli uffici della società di eCommerce Vente-privée.com, ha detto chiaramente che non tollererà più le strategie adottate dalle web company americane, come Google, per sottrarsi al pagamento delle tasse nei Paesi dove fanno profitti, per pagarle al minimo traghettando tutto nei paradisi fiscali.  

“Questo non è accettabile – ha ribadito Hollande – ed è per questo motivo che dobbiamo assicurarci che il problema dell’ottimizzazione fiscale venga sollevato sia a livello europeo che globale”.

Per il Presidente, “Tutti devono essere nella stessa situazione competitiva, anche dal punto di vista fiscale”.

Per questa ragione, ha aggiunto, “abbiamo concordato con il presidente Obama che, quando, tra pochi giorni, sarò in Usa, faremo questo sforzo di armonizzazione fiscale”.

 

Dal 10 al 12 febbraio Hollande sarà, infatti, negli Stati Uniti, dove vedrà anche i vertici di alcune grandi società della Silicon Valley, come Facebook, Twitter, Google e Mozilla.

 

La secca dichiarazione di Hollande arriva a ridosso della notizia degli ultimi giorni, riportata in esclusiva da Le Point e ripresa da Key4biz, secondo la quale Google avrebbe ricevuto una multa record da 1 miliardo di euro per aver ‘aggirato’ le tasse francesi.

L’azienda non ha replicato mentre il Ministro all’Economia digitale Fleur Pellerin proprio ieri negli studi televisivi di Europe 1 si è astenuto dal commentare l’informazione, ricordando che il dossier è coperto dal segreto fiscale.

“Non posso commentare un procedimento fiscale“, ha sottolineato la Pellerin, lasciando però chiaramente a intendere che il procedimento c’è, eccome.

Ha poi ribadito ciò che va dicendo da sempre: “Basta pirateria fiscale“.

Desidero che ci sia “equità tra gli operatori“, ha detto la Pellerin, riconoscendo che al momento esiste un “vero problema” con aziende sottoposte a regolamentazioni diverse che potrebbero avere un “gioco facile” rispetto ai competitor francesi.

Il Ministro ha informato che il governo sta “discutendo con la Commissione Europea in modo che le multinazionali del web siano sottoposte a un regime equo”.

 

L’indagine su Google è stata aperta in Francia nel 2011 e riguarda la presunta evasione del gigante americano. La fuga di notizia potrebbe quindi riguardare direttamente le autorità tributarie che hanno in mano il dossier che con ogni probabilità dovrebbe essere chiuso nei prossimi giorni.

Il 30 giugno di tre anni fa le autorità perquisirono la sede francese della web company, sequestrando diversi documenti. Nel mirino del fisco, i sistemi usati da Google che, grazie a un passaggio di denaro dai Paesi Bassi alla sua sede di Dublino in Irlanda, riesce a bypassare le tasse, pagandole al minimo. Il sistema è anche noto come ‘panino olandese o doppio irlandese’: la quasi totalità del fatturato di Google dichiarato in Irlanda, dopo un passaggio nei Paesi Bassi attraverso una società intermediaria, viene trasferita nel paradiso fiscale delle Bermude dove ha sede la divisione Google Ireland Holdings.

 

Secondo i documenti ufficiali depositati presso la cancelleria del Tribunale, che l’agenzia Afp ha potuto visionare, Google France ha dichiarato per l’anno 2012 un fatturato di 192,9 milioni di euro e un utile netto di 8,3 milioni di euro.

Dal documento si rileva anche che le imposte sul reddito pagate da Google France per questo esercizio ammontano a 6,5 milioni di euro.

 

In Francia, stando a diverse stime degli analisti, la società americana avrebbe realizzato un fatturato tra 1,25 e 1,4 miliardi di euro solo per il 2011, grazie soprattutto alla pubblicità.  

 

Al momento il governo francese sta vagliando diverse soluzioni per fermare le pratiche di ottimizzazione fiscale messe in atto dalle multinazionali di internet.

Nel mirino delle autorità francesi non solo Google, ma anche AmazonAppleFacebook e LinkedIn.

 

In Italia per contrastare i sistemi di profit-shifting è stata introdotta la cosiddetta Web Tax con la Legge di Stabilità , promossa dal presidente della Commissione Bilancio della Camera, l’on. Francesco Boccia (Pd).

 

L’Eliseo sta considerando tra altre opzioni anche quella di tassare le attività reali di questi colossi della rete in ciascun Paese nel quale operano.

Prima di prendere una soluzione a livello della Ue, bisognerà però convincere alcuni Paesi come il Lussemburgo o l’Irlanda, dove Yahoo trasferirà la propria sede europea in primavera, che sono le mete preferite dalle web company, e non solo, per via dei regimi fiscali molto favorevoli. 

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