Italia
Si torna a parlare dei fondi all’editoria. Questa volta a riaccendere il confronto, dopo la richiesta della scorsa settimana del presidente della Commissione Industria del Senato Massimo Mucchetti (Pd) che non vengano usati in bonus ai manager o stock option e le rassicurazioni del Sottosegretario Giovanni Legnini che il governo vigilerà, è la proposta di legge presentata dall’on. Giuseppe Brescia del M5S che prevede l’abolizione dei fondi.
Key4biz ha potuto visionare in anteprima i dettagli della proposta, inizialmente presentata il 28 maggio 2013 e poi ritirata per essere depositata il 24 gennaio 2014 arricchita dal contributo giunto dalla rete.
Due sono gli elementi fondamentali di questa proposta di legge: destinare gli 80 milioni di euro di fondi diretti riservati all’editoria per finanziare startup editoriali di giornalisti under 35 e risparmiare 3 miliardi di euro delle pubbliche amministrazioni abolendo l’obbligo di pubblicazione dei bandi di gara.
L’on. Brescia ha spiegato a Key4biz gli obiettivi di questa proposta di legge che nasce da un assunto fondamentale: internet ha rivoluzionato il mondo dell’informazione e la stampa tradizionale non riesce più a tenere il passo.
“Siamo da sempre contro questi finanziamenti – ha commentato Brescia a Key4biz – che fondamentalmente hanno tradito il principio che le ispirava non agevolando un autentico pluralismo delle voci, quanto sostenendo organi di partito e gruppi editoriali. E’ il mondo a dirci che siamo al 57° posto per libertà di stampa, purtroppo in Italia è sempre mancata la figura dell’editore puro: i grandi giornali appartengono a gruppi imprenditoriali”.
Per il deputato grillino, classe ’83, “Per fortuna, a differenza di quanto accadeva in passato, oggi c’è il web”.
“Non c’è dubbio – ha sottolineato – che l’evoluzione della stampa online abbia scosso il mondo dell’informazione, obbligandolo a una necessaria evoluzione e in Italia siamo ancora troppo in ritardo rispetto ad altri Paesi. Grazie alla rete si è passati da una comunicazione monodirezionale a una comunicazione bidirezionale e il mondo dell’informazione si è trasformato da un’oligarchia a una piazza libera di informazione e discussione”.
“Viviamo in un’epoca – ha osservato – in cui bisogna pensare a un giornale che vive 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e in cui una breaking news può partire da Twitter piuttosto che da una redazione“.
“Non a caso, tutti i dati ufficiali dimostrano che solo sul web l’utilizzo e le vendite degli spazi pubblicitari sono in aumento mentre sono in netto calo da diversi anni sulla carta stampata”.
E gli anziani che usano ancora il giornale cartaceo per informarsi?
“Noi non dimentichiamo – ha spiegato Brescia a Key4biz – che c’è ancora chi, soprattutto nelle fasce più anziane, fa largo utilizzo delle forme d’informazione tradizionali e infatti nella nostra pdl abbiamo ridestinato le risorse risparmiate con l’abrogazione dei fondi diretti (circa 80 milioni) al finanziamento di startup di nuovi progetti editoriali, questa volta però proposti da giornalisti e professionisti del settore media under 35. Giovani che oggi vengono sfruttati per pochi euro nelle redazioni dei grandi giornali”.
“Abbiamo bisogno di un rinnovamento nel mondo dell’informazione – ha concluso Brescia – e abbiamo bisogno che venga finalmente dato spazio a giovani firme che siano svincolate da rapporti politici. La nostra proposta non solo creerà nuovi posti di lavoro per i giovani, ma dando vita a nuove proposte editoriali, punterà alla creazione di quel pluralismo informativo di cui il nostro Paese ha tanto bisogno.”
L’elemento caratterizzante di questa proposta di legge è che nasce con il contributo della rete.
L’iter che ha portato alla proposta di legge è, infatti, il primo esperimento di democrazia diretta online della storia della Repubblica Italiana, poiché lo “scheletro” della Pdl, elaborato dai componenti della VII Commissione, è stato sottoposto al contributo degli attivisti sulla piattaforma LEX del Movimento 5 Stelle: i commenti pervenuti sono stati 4456, di cui 3269 suggerimenti, 639 integrazioni, 137 modifiche, 258 obiezioni e 57 vizi di forma.
Nel dettaglio, la proposta di legge si compone di due articoli: l’articolo 1 prevede l’abrogazione di tutte le disposizioni inerenti i finanziamenti all’editoria, a eccezione di quelle per i contributi di natura prevalentemente sociale. Con le risorse risparmiate attraverso l’abrogazione dei contributi all’editoria – pari a circa a ottanta milioni di euro all’anno – si prevede la realizzazione di progetti di startup in campo editoriale per under 35; con l’articolo 2, si chiede l’eliminazione dell’obbligo di pubblicazione dei bandi di gara delle PA sui quotidiani nazionali e locali – che comportano una spesa di circa 3 miliardi di euro annui -, sostituendolo con altre modalità di pubblicazione meno onerose per le casse degli enti locali, che avranno dunque maggiori fondi a loro disposizione.
La Pdl prevede inoltre il mantenimento del fondo per la mobilità e la riqualificazione professionale dei giornalisti e quello per il finanziamento delle pubblicazioni delle minoranze linguistiche. Vengono invece aboliti i fondi per l’editoria italiana all’estero.
Infine, il tema del conflitto di interessi nell’editoria viene rimandato al lavoro della commissione Giustizia.