Italia
“L’Italia sta vivendo una crisi profonda e drammatica. Ma questo non è un Paese senza futuro”. Parole forti ma anche di speranza quelle con cui il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, ha presentato a Roma il Rapporto Italia 2014.
“Un fantasma si aggira per il nostro Paese – ha indicato Fara – la sub-cultura del declino e della decadenza, figlia del nichilismo, sembra ormai pervadere le Istituzioni e le coscienze dei nostri concittadini”.
In tempo di crisi anche la televisione e l’approccio degli italiani a questo medium stanno cambiando. Dai dati raccolti da Eurispes, i teledipendenti sono aumentati: “Il tempo medio di esposizione alla Tv nel primo semestre 2013 è aumentato di 4 minuti, giungendo a 4 ore e 34 minuti, il che fa dell’Italia il paese più teledipendente dopo gli Stati Uniti (4 ore e 53 minuti)”.
Le sette reti nazionali generaliste (le tre della Rai, le tre di Mediaset e La7) per la prima volta sono scese intorno alla soglia del 60% del consumo totale di Tv, a vantaggio dei canali specializzati del digitale terrestre e del satellite.
Per l’Eurispes poi confrontando i dati di audience dei Tg delle sette reti generaliste alla ripresa della stagione autunnale 2013 con quelli del 2012 si evidenzia una diminuzione complessiva che appare consolidata; nelle edizioni di primetime nel mese di novembre solo in casi eccezionali l’audience ha superato i 20 milioni di teleutenti; ciò è avvenuto all’appalesarsi delle distruzioni e dei lutti per le alluvioni in Sardegna (19 novembre) e in occasione della decadenza di Silvio Berlusconi dallo scranno del Senato (27 novembre). In valore assoluto per l’intero mese il confronto con il novembre 2012 riporta una perdita media quotidiana di 929.000 teleutenti, pari a circa il 4,8%.
L’ammiraglia dell’informazione Rai mostra – non in valore assoluto ma nello share – una rilevante ripresa che ha prodotto un distacco alquanto netto dal Tg della rete direttamente concorrente, Canale 5. Il TgLa7, dopo quasi due anni di ininterrotti successi e di scalata nello share, in valore assoluto riscontra nel confronto novembre 2013-novembre 2012 una perdita media di 198.000 teleutenti e una diminuzione di share intorno allo 0,64%.
Va segnalata inoltre la perdita di circa l’1% di share del Tg3 e le buone prestazioni del Tg2 che, ha fatto riscontrare, in compagnia del solo Tg1, un piccolo aumento di share che lo ha portato, in numerose occasioni, a battersi proprio con il Tg3 per il terzo gradino del podio tra i Tg di prime time più seguiti. Va sottolineata la scelta di inserire nelle principali edizioni uno spazio fisso dedicato all’approfondimento che è risultata pagante per il Tg della seconda rete pubblica.
Le testate Mediaset hanno perso tutte e tre qualche decimale di punto nello share e una media serale complessiva di 525.000 teleutenti.
Secondo il Rapporto, “Quanto più l’informazione si allontana dai temi della politica nazionale e, conseguentemente, si avvicina alla vita reale dei cittadini, tanto più mantiene la sua credibilità: è il caso delle edizioni regionali della testata del servizio pubblico“. La parziale disaffezione nei confronti dei format informativi più tradizionali si riflette, inoltre, nella fiducia che tendenzialmente viene riservata alle proposte più innovative quali le all news SkyTg24 e Rainews24, cui si è aggiunta recentemente (novembre 2011) la all news di Mediaset TgCom24.
Dato negativo, sempre per l’Eurispes, l’invasione dei talk show che sono notevolmente aumentati nel 2013, registrando un ascolto medio di 1,2 milioni per talk, con una permanenza del teleutente piuttosto bassa. Lo share medio è in discesa per i talk più consolidati (unica eccezione Otto e mezzo), assai basso per quelli di nuova generazione. Alla pluralità dell’offerta non ha corrisposto una reale differenziazione delle tematiche affrontate. (R.N.)