‘Cambiare le vecchie politiche per un nuovo approccio all’era digitale’. Intervista all’europarlamentare Catherine Trautmann

di di Alessandro Gropelli (Head of Communications and Media - ETNO) |

Europa


Catherine Trautmann

Regolamentazione, concorrenza, Continente Connesso, revisione delle politiche per il settore digitale: l’europarlamentare Catherine Trautmann, membro della Commissione ITRE (Industria, Ricerca ed Energia) e del Gruppo dell’Alleanza Progressista di Socialisti e Democratici, illustra in un’intervista a ETNO Digital la sua visione per il futuro del settore ICT.

 

 

Guardando alle politiche digitali, quale dovrebbe essere, secondo lei, la priorità nel breve termine?

 

Catherine Trautmann. Le telecomunicazioni, insieme all’energia, sono il fattore chiave per la creazione di nuove imprese e di nuovi posti di lavoro nel futuro. Questo è il motivo per cui la mia priorità sarebbe di avere una vera e propria strategia per l’ICT che affronti sia la politica industriale sia la questione dell’accesso ai servizi. La tecnologia sta cambiando velocemente e noi dobbiamo adattarci. Pertanto la regolamentazione deve essere aggiornata alla situazione reale delle aziende. E questo può essere fatto solo con un approccio olistico.

 

 

Come descriverebbe questo approccio olistico?

 

Catherine Trautmann. Sono delusa dal fatto che fino ad ora nell’Ue non si siano allineate le priorità in materia di ricerca, innovazione ed economia digitale. Le ICT sono trasversali: sono importanti per la salute, l’acquisizione di competenze e, naturalmente, per tutti i servizi che viaggiano sulla rete. Ad esempio, grazie alle tecnologie ICT, i giovani oggi possono creare nuove imprese con investimenti bassi. Così, anche se condividiamo principi come la neutralità tecnologica, lasciatemi dire che la tecnologia non è neutrale in quanto tale. Dovrebbe essere usata e diretta per creare nuovi posti di lavoro, raggiungere gli obiettivi sui cambiamenti climatici e i nostri obiettivi politici in generale. A quei colleghi che dicono che le telecomunicazioni sono ‘il vecchio mondo’ e che oggi bisogna parlare solo di Internet, rispondo che è necessario disporre delle reti perché ciò accada!

 

 

In questo contesto, la revisione intermedia dell’Agenda digitale può costituire un primo passo in vista di un ri-orientamento delle politiche in materia di ICT?

 

Catherine Trautmann. Sì. Se guardiamo alle mie competenze a Strasburgo, stiamo facendo in modo che le cosiddette “aree economiche” classificate come prioritarie siano sempre dotate di reti di alta qualità. Essere connessi non è abbastanza, dobbiamo cambiare il modo in cui si fa business. Per questo motivo, dovrebbero essere coinvolte tutte le Direzioni Generali presso la Commissione europea, così da riorganizzare le politiche digitali: energia, industria e ambiente tra gli altri. Abbiamo bisogno di un approccio orizzontale: la regolamentazione delle telecomunicazioni è utile ad altri settori e non è la fine della storia. Abbiamo bisogno di collegarla ad altre politiche.

 

 

Qual è la sua ricetta per trasformare questa visione in realtà?

 

Catherine Trautmann. Quando si ha una visione, c’è bisogno di investimenti per realizzarla. E per questo abbiamo bisogno di dare alla gente un quadro chiaro e comprensibile. Il prossimo passo della revisione deve essere quindi ambizioso e va realizzato con un metodo che consenta a tutti i soggetti interessati di dare il loro contributo.

 

 

Come vede il rapporto tra regolazione, concorrenza e crescita?

 

Catherine Trautmann. Finora non abbiamo parlato delle nostre iniziative in materia di accesso universale, per esempio. Il mobile è un caso di successo, esemplificativo di come è possibile ottenere l’accesso universale attivando una buona concorrenza. Ma, più in generale, il punto cruciale è il modo in cui la regolazione viene concepita. Quando ero incaricata della revisione del pacchetto telecom, ho voluto uno studio sull’impatto sociale. Abbiamo sempre bisogno di chiederci qual è l’impatto di un regolamento? Sta promuovendo la concorrenza in modo positivo o negativo? Come possiamo usare le ICT per promuovere l’innovazione sociale? Si tratta infatti di qualcosa che va oltre la regolamentazione delle telecomunicazioni tradizionali: abbiamo bisogno di guardare a come sostenere la creazione di imprese, a come promuovere le città intelligenti e così via. Quando si cambiano le regole, si dovrebbe mirare a una regolamentazione della concorrenza positiva sia per i consumatori e le imprese.

Se vogliamo essere forti come i nostri competitor globali, dobbiamo esplorare nuovi aspetti della concorrenza. C’è bisogno di sviluppare una visione dell’interesse comune tra le aziende e gli utenti. Non possiamo mettere industria e consumatori uno contro l’altro. Finora, questo scontro ha danneggiato la nostra industria e ha avuto un impatto enorme sull’occupazione. Le politiche e le decisioni normative in questo settore non dovrebbero essere un modo per sanzionare le imprese, ma uno strumento per incrementare lo sviluppo delle imprese e dei posti di lavoro. Le ICT sono attivatori di crescita.

 

 

Qual è il suo giudizio in merito al lavoro parlamentare sul regolamento Connected Continent?

 

Catherine Trautmann. Questo regolamento, che è una revisione che non è una revisione, sta generando frustrazione tra le parti interessate. Per fare questa riforma abbiamo bisogno di un nuovo, chiaro calendario per la prossima legislatura. E dobbiamo coinvolgere tutti. Ma ora siamo concentrati su come estrarre tutto ciò che c’è di buono nella proposta Kroes per assicurarci che costituisca una solida base per i prossimi passi. Quello che noi approveremo dovrebbe essere utile per i deputati che arriveranno dopo di noi. Se falliamo, se non ci lavoriamo su, il prossimo Parlamento e la nuova Commissione si troverebbero in una situazione difficile. Se sarò eletta anche nella prossima legislatura, sarò molto esigente e chiederò alla prossima Commissione di adottare una nuova metodologia e una nuova strategia.

 

 

Cosa ne pensa della proposta del regolatore unico?

 

Catherine Trautmann. Non è un regolatore europeo che crea il mercato. Le cose devono muoversi insieme: un regolatore forte dovrebbe arrivare una volta che ci sono le condizioni perchè esso esista e noi dobbiamo lavorare per costruirle. Credo che, per il momento, dobbiamo dare al BEREC il tempo necessario per acquisire un ruolo ancora più forte.

 

 

Per quanto riguarda il Telecoms Package del 2009, ratificato nella precedente legislatura, qual è la via da seguire?

 

Catherine Trautmann. Non abbiamo avuto una rapida trasposizione del quadro e, ora, con il Connected Continent, abbiamo una sorta di analisi di ciò che non è successo. È arrivato troppo presto. Non abbiamo bisogno di attività di comunicazione, abbiamo bisogno di proposte solide e concrete. Nella mia relazione sull’attuazione del quadro normativo ho indicato la strada da percorrere per la revisione. In primo luogo, necessitiamo di un periodo di discussione. Non possiamo di nuovo imporre delle regole senza avere la certezza di quali effetti esse produrranno. Abbiamo bisogno di esaminare il pacchetto, poi prenderci un periodo per analizzare, discutere e prendere una decisione in grado di portarci a una regolamentazione più flessibile, che unisca sicurezza e adattabilità. Perché questo è ciò di cui c’è davvero bisogno. Ma l’essenziale è che tutti siano coinvolti. La mia preoccupazione è l’atteggiamento del Consiglio: nella prossima legislatura dovremo batterci perché questo sia una priorità anche per il Consiglio.

 

 

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