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Asta Frequenze Tv, Raffaele Ranucci: ‘Catricalà riferisca in Senato’

Italia


Si scalda il dibattitto nazionale in merito alle frequenze televisive dopo che ieri il Viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, ha annunciato che la prossima settimana il governo bandirà l’asta.

Oggi il senatore del Pd, Raffaele Ranucci, componente della VIII Commissione a Palazzo Madama, ha chiesto che il Viceministro riferisca i dettagli del bando.

“Ho chiesto – ha riferito Ranucci – che il Viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, venga al più presto in Commissione Lavori pubblici e telecomunicazioni a riferire su tempi e metodo dell’asta per le frequenze del digitale annunciata per la prossima settimana”.

 

Il senatore del Pd ha espresso apprezzamento per l’intervento del presidente del Consiglio Enrico Letta che oggi, presentando il Rapporto Caio, ha evidenziato come investire sulla banda larga sia una ‘grandissima’ priorità del Paese.

Come ha dichiarato lo stesso Letta – ha sottolineato Ranucci – raggiungere nel 2020 gli obiettivi europei è fondamentale per garantire l’efficacia dell’Agenda digitale che rappresenta un importante volano si sviluppo, ma siamo indietro e il governo deve impegnarsi per garantire risorse affinché si favorisca il rilancio del comparto hi-tech nel nostro Paese”.

Per questa ragione, ha spiegato il senatore del Pd, “è necessario capire quali siano concretamente gli strumenti messi in campo per dare un reale impulso al mercato, sostenere le aziende e attirare nuovi investimenti”.

 

Ieri Catricalà, a margine di un convegno a Roma organizzato da Confindustria Radio Televisioni, ha annunciato che prossimamente ci sarà l’asta per le frequenze tv, confermando quanto Key4biz aveva anticipato in un articolo del 17 gennaio.

 

“Stiamo facendo piccole modifiche che ci ha chiesto l’Unione europea, ma la settimana prossima bandiremo l’asta per le frequenze” ha detto Catricalà, ribadendo che, secondo quanto già previsto dalle indicazioni dell’Agcom, Rai, Mediaset e La7 sono fuori dalla gara.

 

Il parere della Ue che prevede l’asta per tre multiplex è arrivato di recente. Gli Uffici tecnici del Dipartimento delle Comunicazioni (Mise), hanno confermato a Key4biz, che sono al lavoro per mettere a punto “gli ultimi dettagli del bando“.

Il bando è rientrato in Italia dopo il parere di Bruxelles, ed è finito sul tavolo del Viceministro.

 

Con l’asta, ha poi precisato Catricalà, “vogliamo innanzitutto uscire dalla procedura d’infrazione comunitaria e riuscire ad avere molti partecipanti”.

Per arrivare all’asta delle frequenze “c’è stato un procedimento lungo – ha ricordato – abbiamo seguito tutte le indicazioni dell’Agcom, a Bruxelles hanno lavorato molto anche perché erano coinvolte due direzioni. Su alcuni punti c’è ancora qualcosa da adeguare: entro il fine settimana ci sarà un incontro per il via libera e la settimana prossima forse ci sarà un passaggio all’Agcom. Poi ci sarà l’asta”.

Il viceministro ha infine sottolineato che spera abbia successo, “nonostante il mercato non sia favorevole. È una sfida, le regole sono indiscriminatorie, facilitano l’assunzione di responsabilità negli investimenti, speriamo di poter garantire i giusti ritorni. Alcune frequenze vanno liberate in gran fretta, e ciò già sta avvenendo”.

 

Insomma, non è lontana la definizione della versione definitiva del bando di gara, di cui è titolare il Mise, e che dovrà essere conforme ad eventuali rilievi arrivati dagli uffici dei Commissari Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia e alla Digital Agenda Neelie Kroes  a cui sei mesi fa è stato spedito il dossier, il tempo necessario perché gli uffici di Bruxelles fornissero il parere giuridico necessario in base alle regole comunitarie, vista la procedura d’infrazione ancora aperta nei confronti dell’Italia e riguardante la Legge Gasparri e il conflitto d’interesse sul mercato televisivo.

C’è da dire che il disciplinare di gara votato dall’Agcom l’11 aprile 2013 aveva già accolto le indicazioni dell’Ue. A fine ottobre, il viceministro Catricalà aveva detto che non c’è fretta per l’asta.

 

Adesso, tenuto conto che, dal momento della condivisione del bando e la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dovrà trascorrere almeno un mese per la presentazione delle domande di partecipazione, almeno un altro per la verifica delle stesse, più un altro ancora per l’avvio effettivo della gara, è molto probabile che le operazioni finiscano per chiudersi tra la primavera e l’estate.

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