Galileo in dirittura d’arrivo: ‘Primi servizi a fine 2014’

di Alessandra Talarico |

Il ‘GPS europeo’, avviato nel 2003, doveva essere pienamente operativo nel 2008, ma viaggia con circa 10 anni di ritardo a causa di contrasti politici ed economici. Antonio Tajani assicura: ‘Galileo inizierà le sue prime operazioni nel 2014’.

Europa


Antonio Tajani

I servizi iniziali di Galileo – il GPS europeo – saranno disponibili alla fine del 2014, inizio del 2015, sempre che vengano risolte tutte le questioni tecniche. Lo ha assicurato, salvo imprevisti, naturalmente, il responsabile Ue per l’Industria e l’imprenditoria Antonio Tajani, in seguito a una riunione con Jean Jacques Dordain, direttore generale dell’Agenzia spaziale europea (ESA) e con i CEO di cinque grandi imprese partecipanti ai progetti: Arianespace, Telespazio, Thales Alenia Space, OHB e Airbus Space and Defence.

A marzo, secondo la scaletta della Ue, avverrà inoltre il primo lancio di un satellite Copernicus – il sistema europeo di “Osservazione terrestre” – che fornirà informazioni sulla situazione del nostro ambiente contribuendo alla sicurezza marittima, al monitoraggio del cambiamento climatico e fornirà servizi di sostegno in situazioni di emergenza e di crisi. I prossimi due satelliti saranno pronti per il lancio nel 2015.

 

La navigazione spaziale e la navigazione satellitare, di matrice europea, costituiscono elementi della nostra strategia per reindustrializzare l’UE. Fatto più importante, questi due programmi creeranno le nuove opportunità imprenditoriali di cui l’Europa ha bisogno”, ha ribadito Tajani, cui non si può certo negare una buona dose di caparbietà e coerenza, visto che queste affermazioni riecheggiano quanto già dichiarato a più riprese da 6 anni a questa parte.

 

La Ue procede infatti molto a rilento con l’attivazione del programma, la cui genesi e realizzazione hanno incontrato non pochi ostacoli di natura politica ed economica: l’avvio del programma avvenne nel 2003 e la piena operatività del sistema era prevista nel 2012. Per Enrico Letta, all’epoca responsabile economico della Margherita, il progetto Galileo rappresentava “un importante passo in avanti sia sul piano europeo sia su quello nazionale”, visto anche il ruolo chiave affidato all’Italia.

Il lancio dei primi satelliti della costellazione Galileo era previsto per il 2006 con l’obiettivo di averli tutti e 30 (il numero è poi sceso a 28) in orbita entro il 2008. Il lancio, però, è stato più volte rimandato per essere realizzato, infine,  nell’ottobre del 2011, con la previsione di mandare in orbita un totale di 22 satelliti entro il 2017/18. Dieci anni in ritardo sul previsto.

Il problema principale alla base del notevole ritardi sulla scaletta di marcia di Galileo è la continua lievitazione dei costi del progetto: rispetto alla cifra inizialmente stanziata (3,4 miliardi) si prevedono costi aggiuntivi per circa 2 miliardi nel periodo 2014-2020 per completare le infrastrutture, a cui si dovranno aggiungere i costi di gestione che dal 2014 dovrebbero attestarsi a 800 milioni di euro all’anno. Senza contare che i costi per la costruzione del sistema, che prima dovevano essere suddivisi tra pubblico e privato, sono caduti infine tutti sulle spalle del settore pubblico, alla luce del fallimento del negoziato col consorzio concessionario del sistema, composto da 8 aziende: Finmeccanica, AENA, Alcatel, EADS, Hispasat, Immarsat, TeleOp e Thales.

Costi che dovrebbero però essere recuperati facilmente, secondo i calcoli della Ue, vista la forte crescita dei servizi satellitari, che nel 2020 dovrebbero raggiungere un valore di 240 miliardi all’anno. Il mercato globale delle applicazioni per la navigazione satellitare ha registrato un incremento del 30% e la Commissione stima che Galileo possa apportare 90 miliardi di euro all’economia europea in circa 12 anni in termini di entrate supplementari per l’industria e di utilità pubblica, senza contare i benefici derivanti dall’essere indipendenti dai sistemi russo (Glonass) e americano (GPS), che, a differenza di Galileo, sono stati costruiti per scopi militari e non per uso civile.

 

Sperando che quest’annuncio sul lancio dei primi servizi entro fine anno sia quello definitivo.

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