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Il Ministro Carrozza: ‘Digitalizzazione materia scolastica? Costa troppo’

Italia


La rete non è più una realtà parallela, fa ormai parte della vita quotidiana e pone una serie di preoccupazioni riguardanti la libertà di ognuno di noi.

La rivoluzione digitale lancia nuove sfide con cui tutti gli attori istituzionali, ma anche media, associazioni di categoria, mondo del web, sono chiamati a misurarsi.

Queste le ragioni di fondo di cui si è discusso oggi a Roma al convegno “Educare alla Rete: l’alfabeto della nuova cittadinanza nella società digitale” in occasione della Giornata europea della privacy.

Presenti il Garante privacy Antonello Soro, il Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, il responsabile del governo per l’Agenda digitale Francesco Caio e il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi.

 

Nel suo intervento il Garante Soro ha posto l’accento sulla necessità che lo spazio digitale venga presidiato come quello fisico e ha chiesto al Ministro Carrozza di introdurre l’educazione digitale come materia di studio nelle scuole di base (Leggi Intervento Integrale).

 

La Carrozza ha però escluso una smile possibilità, argomentando che ci vorrebbero troppi soldi.

“La digitalizzazione – ha spiegato – non deve essere una nuova materia scolastica ma rappresentare un’attività trasversale”. Aggiungendo: “Sono contraria a introdurre una nuova disciplina, se poi penso al nostro rapporto con il ministero dell’Economia, ogni nuova materia significa anche qualche milione di euro quindi è difficile e va bene argomentato”.

Per l’alfabetizzazione digitale, ha ricordato il ministro, “abbiamo numerosi progetti”, ma la tecnologia digitale deve essere vista come “un mezzo di apprendimento di cui avvalersi nello studio di tutte le materie”. Per Carrozza la strada migliore è quella di “sollecitare le scuole invece di imporre” e le iniziative messe in campo per finanziare il Wi-Fi e la formazione dei docenti hanno riscontrato “una risposta bellissima, abbiamo ricevuto più domande di quelle che ci aspettavamo e che potremo finanziare”.

 

Ma per il Garante, “Purtroppo c’è ancora chi ha paura della Rete e noi invece dobbiamo educare i cittadini alla Rete, una grande sfida che impegna a scrivere regole nuove, non solo a livello globale ma anche in ambiti che sono nelle nostre responsabilità”.

Per il Garante, “la prima sfida è quella di chiudere con la prospettiva che sia separata la vita reale da quella digitale” perché “il tempo che spendiamo connessi è tempo di vita reale”. Secondo Soro, “il salto di qualità è capire che i dati personali contenuti nella Rete sono la nostra vita e noi proteggiamo la nostra vita quando proteggiamo i nostri dati”.

 

Bisogna misurarsi con questa complessa fase di transizione e individuare e promuovere “l’educazione della persona digitale“, una sorta di nuova educazione civica, rivolta a tutti i cittadini, agli operatori, agli utenti della Rete senza distinzione di età o di ruoli.

 

Nel suo intervento Francesco Caio, commissario di governo per l’attuazione dell’Agenda digitale, ha sottolineato che “lo Stato va educato alla rete“, osservando che “non è più concepibile uno Stato che non si faccia carico della frontiera digitale”.  Serve insomma “un’architettura digitale” dello Stato, un tema su cui “è molto impegnato il presidente del Consiglio Letta ma la strada da fare è enorme”. Un tema che va affrontato in sede europea e quindi il semestre a guida italiana può rappresentare una grande opportunità: “Si deve porre il tema della sovranità digitale, l’Europa è il luogo per educare lo Stato alla rete, bisogna – ha concluso Caio – fare un patto costituente digitale“.

 

Nel digitale è forte anche l’impegno della Rai. Gubitosi ha commentato che la Tv pubblica sta cambiando e presto sarà completamente digitalizzata. Il direttore generale ha sottolineato la missione dell’azienda: “Stiamo diffondendo il messaggio in tutti i nostri programmi più seguiti, perché diventi normale comportarsi in modo digitale“.

Una trasformazione che avviene “dalla fiction al cinema” fino all’organizzazione interna e alla riunioni del Cda: “Tutti i materiali delle riunioni verranno trasmessi con iPad per ridurre l’enorme carta utilizzata. Anche la comunicazione tra le sedi diventerà digitale, sarà una grande sfida- ha indicato Gubitosi – anche per i sindacati perché cambia il modo in cui si lavora”.

 

Il Dg ha poi ricordato il successo di Rainews.it: “Credo che alla Rai mancasse un portale che svolgesse questo ruolo” e “nei prossimi mesi sarà ulteriormente potenziato“.

 

La Giornata europea della protezione dei dati è una iniziativa promossa dal Consiglio d’Europa con il sostegno della Commissione Ue e di tutti i Garanti privacy europei. Obiettivo della Giornata europea è quello di sensibilizzare i cittadini sui diritti legati alla tutela della riservatezza, della dignità della persona e delle libertà fondamentali.

 

Nell’occasione, ETNO, l’associazione che riunisce i principali operatori telefonici europei, chiede di accelerare sulla riforma della Direttiva Ue su Data protection. Per ETNO, è necessario garantire con urgenza regole uguali per tutti e maggiore certezza giuridica alle imprese di settore. Le regole sul data protection, ha affermato in proposito il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella, dovrebbero rispecchiare l’evoluzione dei servizi e dei business model nel contesto digitale.

 

La posizione di ETNO sulla questione della protezione dei dati è pienamente in linea con quanto affermato ieri dal Commissario Ue alla Giustizia Viviane Reding, che nel suo discorso ha ricordato che è essenziale, per ridare fiducia ai consumatori, che le norme sulla protezione dei dati personali vengano applicate a prescindere da quale sia la cittadinanza dell’interessato.  “Dato il carattere aperto di internet, non ha senso applicare ai cittadini degli altri paesi criteri diversi rispetto ai propri cittadini“, ha detto il Commissario.

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