Telecom Italia, Marco Patuano spegne le voci: ‘Nessun aumento di capitale in vista’

di Alessandra Talarico |

L’ad della società risponde anche in merito al ritorno in auge di Naguib Sawiris: ‘non ne so nulla’, ha detto.

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Marco Patuano

Telecom Italia non ha in progetto alcuna ipotesi di aumento di capitale. Lo ha affermato l’amministratore delegato Marco Patuano rispondendo così alle indiscrezioni di stampa che lo vorrebbero promotore di una ricapitalizzazione che eviterebbe di procedere alla cessione di Tim Brasil e allo scorporo della rete fissa.

L’aumento di capitale di Telecom Italia è stato al centro anche di una dichiarazione di Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo, che stamani ha ribadito che l’istituto non sarebbe comunque disponibile a partecipare. Messina ha illustrato poi a grande linee quello che sarà il nuovo piano industriale che Intesa Sanpaolo presenterà in primavera e che vedrà la banca fuori da tutte le partecipazioni non strategiche per riconcentrarsi sul ‘core business’ bancario.

Il percorso appare chiaro: fuori da Telecom Italia, Alitalia, Pirelli e RCS e da tutte quelle aree classificate come “non core”.

“Tutte le volte che avremo la possibilità di fare degli utili, dismetteremo le partecipazioni che non sono core: facciamo la banca, non la compagnia aerea o altro”, ha indicato Messina, spiegando che non sarà una trasformazione che avverrà dall’oggi al domani. Nell’arco di “3-5 anni”, sarà indicato chiaramente “tutto quello che è il portafoglio partecipazioni che non risulterà strategico”.

 

Telefonica agirà di concordo col Governo italiano 

Intanto, il ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato ha fatto sapere di aver ricevuto rassicurazioni dal ministro delle telecomunicazioni spagnolo sul fatto che “…Telefonica si muoverà sempre in accordo con il governo italiano”.

 

Il ritorno di Sawiris

Quanto al ‘ritorno in pista’ del magnate egiziano Naguib Sawiris, Patuano ha riferito di non saperne nulla: “L’ho letto sui giornali”, ha riferito.

Telecom Italia, intanto, recupera terreno in Borsa anche sulla scia di questo ventilato ritorno in scena del magnate egiziano Naguib Sawiris che in un’intervista al quotidiano brasiliano Folha de Sao Paulo, ha dichiarato di essere interessato alla controllata brasiliana di Telecom Italia. Nel caso Tim Brasil fosse messa in vendita – ma Telecom Italia ha più volte escluso questa possibilità – Sawiris sarebbe pronto, in cordata con altri imprenditori, a mettere sul piatto 20 miliardi di euro. Una cifra che farebbe di certo contento Marco Fossati ma che per gli analisti è almeno 5 miliardi di euro superiore a quella espressa attualmente dal mercato.

Un fiume in piena, l’ex numero uno di Wind che in un’intervista a Bloomberg si è (di nuovo) detto interessato ad entrare in Telecom Italia purché, però, dal capitale esca Telefonica. Ben sapendo, non essendo certo uno sprovveduto, che se Telefonica uscisse dal capitale della società italiana non vi sarebbe necessità di vendere Tim Brasil perché verrebbe meno il conflitto d’interessi – evidenziato anche dall’antitrust carioca – che ne rende urgente la cessione.

Perché, dunque, ritornare alla carica dopo che la sua offerta da circa 3 miliardi di dollari è stata già bocciata sul finire dello scorso anno? E chi ci sarebbe nella fantomatica cordata pronta a spendere 20 miliardi di euro per Tim Brasil, forse quel Carlos Slim, che continua a puntare forte sull’Europa?

 

Ipotesi Sawiris, i paletti dei sindacati

Anche i sindacati sono perplessi di fronte al ritorno di fiamma di Sawiris: per Michele Azzola, della Slc Cgil, “…l’incertezza sul futuro assetto di Telecom Italia apre al commento di chiunque”, aggiungendo che gli unici aspetti condivisibili della proposta sono “la valutazione di Tim Brasil e che Telecom non ha senso senza Tim Brasil”.

Nessun veto al rientro in Italia del magnate egiziano da Uilcom-Uil e Fistel-Cisl, purchè però l’accento venga posto sulla tutela del perimetro aziendale, degli investimenti e dell’occupazione.

Per Salvo Ugliarolo, della Uilcom-Uil, “…non importa quale sia il management o il socio, fondamentale è avere continuità in termini di perimetro aziendale. L’importante e’ cioè che Telecom non esca dai mercati internazionali e che ci siano garanzie di investimenti nel mercato italiano, senza operazioni di spezzatino”, mentre Giorgio Serao (Fistel-Cisl), nel ricordare i trascorsi di Sawiris in Wind spiega che il tycoon egiziano “…è benvenuto in Italia a tre condizioni: che mantenga i livelli occupazionali, si impegni a ridurre il debito e si sobbarchi gli investimenti per la modernizzazione della rete”.

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