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Sulla scia del successo della moneta virtuale Bitcoin, arriva il progetto Bitcloud per un web libero e sostentato dalla banda messa a disposizione dagli utenti. Una rete che, nelle ambizioni dei promotori, potrebbe un giorno prendere il posto di internet.
Il progetto mira a offrire gli stessi servizi forniti attualmente dagli ISP sfruttando lo stesso metodo usato per ‘estrarre’ i Bitcoin, che altro non sono che file criptati creati anonimamente da qualsiasi computer connesso alla Rete su cui giri un software apposito, in grado di eseguire transazioni.
Proprio come gli sminatori di Bitcoin “battono moneta”, cioè la ‘estraggono’, eseguendo complesse equazioni matematiche così chi partecipa al progetto verrebbe remunerato con una moneta battezzata Cloudcoins in base alla larghezza di banda con cui contribuisce alla rete ‘parallela’.
“Inizieremo decentralizzando l’attuale internet e quindi ne creeremo uno nuovo per rimpiazzarlo”, hanno spiegato gli ideatori del progetto, che nel frattempo sono a caccia di fondi per finanziarlo.
Bitcloud, dicono, si rivolge in particolare a tutti quelli che son stanchi della censura, degli attacchi alla privacy e alla sicurezza. Una rete, insomma, senza nodi centrali, affrancata da controlli e libera, perché sostenuta dagli utenti stessi.
Il protocollo Bitcloud, viene spiegato in questo documento è un’applicazione decentrata che fornisce i servizi di cloud storage e di condivisione di banda. Gli utenti potranno interagire con questo servizio in diversi modi, ma l’idea principale è che le persone saranno in grado di memorizzare i dati nel cloud in modo da limitare la censura, la sorveglianza e la centralizzazione.
“Aggiungere il fattore profitto all’equazione dà al progetto una chance di successo in più rispetto ai diversi fallimenti di altre iniziative simili in passato”, auspicano i promotori di Bitcloud secondo cui i servizi che si appoggerebbero alla rete potrebbero sostituire gli attuali servizi ‘centralizzati’ tipici di internet come lo conosciamo ora, come YouTube – che diventerebbe ‘WeTube’ – Netflix, Hulu, Soundcloud e Spotify.
Gli artisti sarebbero pagati con una percentuale dei ricavi pubblicitari.
L’idea, ancora nelle fasi iniziali, ha ancora bisogno di molti aggiustamenti e per questo gli ideatori di Bitcloud chiedono aiuto a chiunque fosse interessato a svilupparlo.
Quanto alle possibilità di successo, chi può dirlo: l’esempio di Bitcoin insegna che nessun esperimento di questo tipo può ormai essere sottovalutato.