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Startup, l’italiana Mind the Bridge guiderà la Startup Europe Partnership

Europa


Sarà la fondazione italo-americana Mind the Bridge a guidare la Startup Europe Partnership (SEP), la prima piattaforma paneuropea dedicata ad aiutare concretamente le startup del vecchio continente a crescere e a competere a livello globale.

Mind The Bridge, che sarà coadiuvata nel suo compito dalla fondazione inglese Nesta, è stata scelta dalla Commissione Europea che ha presentato il programma stamani a Davos nell’ambito del World Economic Forum. A marzo, ha anticipato il Commissario Neelie Kroes, si terrà poi un evento ad hoc in cui verranno illustrati ulteriori dettagli.

Alla fondazione – fondata nel 2007 da Marco Marinucci e presieduta da Alberto Onetti – il compito di costruire un ponte tra l’ecosistema delle startup, da una parte, e le grandi corporate e gli investitori, dall’altra.

 

Il progetto, di ampio respiro, coinvolge grandi aziende (da Telefonica a Orange), istituzioni finanziarie (BBVA), fondi di investimento (European Investment Fund) e le più importanti e attive università europee (Cambridge University, IE Business School e Alexander von Humboldt Institute for Internet and Society).

 

L’obiettivo condiviso è quello di sostenere l’imprenditorialità nel campo delle nuove tecnologie e di aiutare le startup a superare gli ostacoli che ne frenano la competitività a livello globale, tra i quali spicca, innanzitutto, la frammentarietà del mercato europeo, ancora troppo spezzettato in quelle che la Kroes ha spesso definito ‘fortezze nazionali’.

 

“La Startup Europe Partnership – ha spiegato a Davos Alberto Onetti – si pone come obiettivo finale quello di convogliare lo tsunami di startup che sta nascendo anche nel vecchio continente in una piattaforma realmente europea che sostenga l’affermazione di campioni globali”.

Per far comprendere meglio il fine ultimo di questa piattaforma, Onetti usa quindi una metafora calcistica, sempre efficace: si tratta, ha spiegato, “di passare dai campionati nazionali alla Champions League”, aiutando le startup a “sfondare il ‘soffitto di vetro’ che le separa dalla crescita sia dimensionale che internazionale”.

 

Occorre però, aggiunge, “cambiare mentalità” e, soprattutto, fare in modo che non restino solo parole: “Il fatto – dice Onetti – che la Commissione Europea lanci un programma dedicato come il SEP ha una fortissima valenza politica. A questo devono però seguire i fatti“.

I fatti devono farli però le imprese, non i politici, ha detto Neelie Kroes, secondo cui “…l’Europa ha bisogno di startup e di grandi aziende internazionali per diventare nuovamente un polo di crescita globale”. Il compito della Commissione, ha aggiunto, sarà quello di “spingere le startup europee oltre la loro ‘comfort-zone’, dopo di che ci toglieremo di mezzo. Infatti la cosa migliore che talvolta un leader politico può fare è proprio togliersi di mezzo”.

 

Tre le linee d’azione dell’iniziativa, che rientra nelle sei azioni definite dallo “Entrepreneurship 2020 Action Plan” della Commissione europea e tutte ruoteranno intorno a un unico format, scalabile e rodato nel nostro paese grazie al Job Creator Tour condotto negli ultimi anni dalla fondazione Mind the Bridge:

 

Oltre alla Startup Europe Partnership, la Kroes ha lanciato oggi anche il think tank Digital Forum. Le due iniziative sono le prime azioni concrete volte a favorire lo sviluppo della nuova imprenditoria hi-tech europea, dopo la pubblicazione del Manifesto nato dallo Startup Europe Leaders Club, una piattaforma lanciata a marzo scorso dalla Commissione col supporto di alcuni dei giovani imprenditori europei – Zaryn Dentzel (fondatore e CEO di Tuenti),  Daniel Ek(co-fondatore di Spotify); Kaj Hed (presidente di Rovio); Lars Hinrichs (fondatore e CEO di HackFwd); Martin Lorentzon (co-fondatore di Spotify) – che testimoniano, con la loro esperienza diretta che diventare web-imprenditori in Europa è possibile e può essere anche estremamente gratificante.

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