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Canone Rai: l’azienda contro il blocco ed è scontro con il Ministero

Italia


S’infiamma lo scontro tra Rai e Ministero dello Sviluppo economico sul blocco dell’aumento del canone almeno per il 2014, deciso con un Decreto del 20 dicembre che però non è ancora stato pubblicato.

Da Viale Mazzini minacciano il ricorso al TAR, sostenendo che non si può colpire il canone perché non si riesce a contrastare l’evasione, per la quale chiedono la collaborazione anche di Sky. Da Via Veneto oppongono che non ci sono le basi legali per un’azione giudiziaria.

Per il consigliere Rai Luisa Todiniè doveroso valutare la possibilità”. “Dimentichiamo per un attimo che la Rai è di tutti i cittadini, che è servizio pubblico – ha spiegato Todini a Radio 24 – la Rai è intanto una Spa. È doveroso valutare un ricorso quando non si segue la legge, che può essere discutibile ma è la legge vigente. Il ministro Zanonato può dire quello che vuole, ma il Cda ha deciso nell’ultima seduta che i nostri legali devono valutare se c’è margine per un ricorso, e molto probabilmente i margini ci sono”.

 

Al ministro Zanonato che oggi, intervistato da Repubblica, parla di blocco dell’adeguamento del canone come ‘segnale di tregua alle famiglie’ Todini ha risposto: “La demagogia non aiuta nessuno. Se la legge c’è va seguita, la Rai ha fatto un budget triennale per arrivare al pareggio e il mancato aumento del canone inficia il budget e gli investimenti previsti sul capitale umano e sulla modernizzazione delle reti, in particolare sulla digitalizzazione. Se faremo causa e se la vinceremo, cosa che credo succederebbe in caso di contenzioso, lo Stato rischia di pagare molto di più”.

 

Combattiamo l’evasione – ha indicato Todini – e se Zanonato prevede strumenti concreti in tal senso siamo super pronti. Ma non possiamo colpire il canone perché non riusciamo a colpire l’evasione”.

 

Infine Todini ha auspicato che Sky collabori con la Rai per contrastare l’evasione sul fronte delle liste abbonati: “C’è la privacy, lo so, ma è fondamentale una collaborazione tra tutti i broadcaster, pubblici o privati. Troveremo una soluzione, se Sky trasmette in Italia e dà da lavorare a cittadini italiani ha il dovere di preoccuparsi del problema dell’evasione, che incide su qualsiasi attività, pubblica o privata”.

 

Le dichiarazioni della Todini hanno sciolto i dubbi di Zanonato che non credeva possibile che la Rai ricorresse contro il proprio azionista, il governo. Eppure il Decreto contro l’aumento del canone firmato da lui il 20 dicembre non è ancora stato pubblicato senza che si sappia il perché: “. “Io ho firmato il decreto – ha detto il Ministro a Repubblica – e l’ho mandato agli uffici competenti, secondo le usuali procedure”.

Zanonato crede che per sanare i debiti della Rai sia più opportuno contrastare l’evasione che far lievitare il canone: i numeri parlano chiaro aumentare il canone dell’1% circa un euro e mezzo in più (ora è 113,50 euro), vorrebbe dire incassare 30-35 milioni, ma l’evasione è arrivata a ben 450 milioni, il 25% del totale incassato dalla Rai.

Per il Ministro, basterebbe recuperare almeno 6-7 punti percentuali per risolvere molti problemi di bilancio e allo stesso tempo evitare di ritoccare il canone.

 

Sulla vicenda è intervenuto ieri anche il Viceministro con delega alle Comunicazioni, Antonio Catricalà che dopo l’audizione alla Commissione Trasporti della Camera ha sottolineato che “Non ci sono le basi legali per un ricorso contro un decreto ben scritto anzi mi meraviglio che non arrivino ancora i bollettini a casa, li sto sollecitando“.

Catricalà ha ammesso che l’azienda, anche se concessionaria, in quanto società ha diritto di presentare un ricorso, “ma ora – ha osservato, precisando che si tratta di una valutazione personale – è un’incertezza che avrei evitato“, indicando i rischi, considerati i tempi della giustizia amministrativa, che una sospensiva potrebbe determinare sull’andamento dei pagamenti da parte dei contribuenti. 

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