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Cda Telecom Italia, nessuna offerta per Tim Brasil. Tutto rimandato al 6 febbraio

Italia


Si è concluso, dopo sette ore, il Cda di Telecom Italia, che ha proceduto a un approfondito esame del business brasilano, con il supporto del Chief Executive Officer di TIM Participações, Rodrigo Abreu, che ha preso parte alla prima parte della riunione.

Il Consiglio ha deciso che per ogni eventuale operazione straordinaria riguardante le partecipazioni nelle società del gruppo Tim Brasil sarà definita una procedura ad hoc (in linea con quella per le operazioni con parti correlate), che verrà esaminata il 6 febbraio.

Come dichiarato dal consigliere Tarak Ben Ammar in uscita dalla riunione, la società ha quindi confermato di non aver allo studio “progetti, negoziazioni o offerte” su Tim Brasil.

Del resto, aveva affermato il consigliere tunisino, per convincere la società a cedere questo strategico asset “serve un’offerta che ci impedisca di dire no”. “Se ci fosse qualche proposta studieremo il meccanismo più opportuno e trasparente per valutarla: faremo in modo che ci sia un comitato ad hoc“.

 

Il Cda ha inoltre deciso di non procedere a cooptazione di nuovi Consiglieri, “considerata l’ormai imminente conclusione del suo mandato, confermando nel suo ruolo di Vice Presidente con funzioni vicarie Aldo Minucci” e di affidare il compito di effettuare un benchmarking della corporate governance della società a un gruppo di lavoro interno che presenterà gli esiti delle analisi nella riunione del prossimo 6 febbraio.

 

Nel corso del Cda è stato infine fatto il punto sulla situazione di TI Media e sul progetto d’integrazione tra Telecom Italia Media Broadcasting e Rete A (Gruppo L’Espresso), già comunicato in ottobre.

 

Sempre Tarak Ben Ammar, che in mattinata ha difeso Marco Patuano definendolo “un ottimo amministratore delegato”, aveva anticipato, uscendo dalla riunione, che non ci sarebbe stata una modifica dello statuto. 

Attualmente, il consiglio per i suoi quattro quinti fa capo alla lista di maggioranzaGli azionisti di minoranza, Asati e Findim, avevano chiesto una riforma in senso proporzionale, così da avere anche loro un congruo numero di rappresentanti in consiglio (5, nel caso in cui il numero dei consiglieri fosse abbassato da 15 a 11, questa la linea di Asati).  

Telecom Italia, ha detto Ben Ammar, “…sta costruendo un progetto industriale. I numeri di quest’anno sono abbastanza interessanti e soprattutto stiamo cambiando la governance“.

“Abbiamo un consiglio più stretto, non credo ci saranno altre cooptazioni” prima dell’assemblea di metà aprile, ha aggiunto.


Quanto al titolo della società, che ha chiuso a +1,2%, dagli analisti di Nomura è arrivata la decisione di alzare il rating sul titolo Telecom Italia da reduce a neutral con prezzo obiettivo in ascesa da 0,60 a 0,90 euro. Per gli analisti di Jefferies il titolo merita il rating ‘hold’ con target a 74 centesimi.

 

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