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La lotta all’evasione fiscale passa anche dall’attuazione dell’Agenda digitale. Lo ha dichiarato stamani il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera, in audizione in Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria.
“La lotta all’evasione va fatta con i Comuni, ma c’è il problema che la nostra banca dati e la loro sono concettualmente diverse”, ha affermato Befera, sottolineando che esiste un problema concreto di disallineamento e incomprensibilità delle informazioni contenute nei diversi database. Un problema che va risolto con urgenza se si vogliono fare passi avanti concreti nella lotta all’evasione fiscale perché, ha spiegato Befera, “se i comuni potessero entrare nella nostra banca dati e viceversa, avremmo una velocizzazione dei processi”.
E’ pertanto importante, ha aggiunto, “accelerare sull’agenda digitale” e ripensare anche all’organizzazione della Sogei – la società di Information Technology 100% del Ministero dell’Economia e delle Finanze preposta al settore IT del Ministero – per farla diventare “il fulcro delle banche dati”.
L’Agenzia delle entrate, ha spiegato ancora Befera, ha già chiesto al Dipartimento Finanze di ridefinire il Piano Strategico di evoluzione della Società “risultando evidenti i segni di un progressivo affaticamento che ne hanno diminuito le potenzialità di traino all’innovazione che per molto tempo l’avevano caratterizzata”.
Secondo i calcoli della Corte dei Conti relativi al 2004-2007, l’evasione fiscale ammonta a 450 milioni. Tra le tasse più evase c’è il Canone Rai, perché, ha detto Befera, viene considerato un abbonamento quando in realtà si tratta di un tributo. Quindi, pensare di poter decidere “se abbonarsi o no è concettualmente sbagliato”.
Per risolvere il problema, secondo Befera, la gestione del recupero, che attualmente è affidato alla Rai, potrebbe passare sotto la gestione diretta dell’Agenzia delle Entrate.
Sulla questione è arrivata a stretto giro la risposta di Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai: “L’obiettivo di eliminare l’evasione sul canone – ha dichiarato Anzaldi – è assolutamente condivisibile e da sostenere. Il canone Rai, però, non è equiparabile a un semplice tributo, per i quali son o previsti riduzioni ed esenzioni, a seconda dei casi”.
“Eventuali cambiamenti della normativa spettano al parlamento, non ad un’agenzia statale che ha compiti esecutivi. Tra l’altro – ha aggiunto – nel caso in cui si voglia dotare la Rai di strumenti diversi per la riscossione del canone, andrebbe anche chiarito con certezza a cosa sarebbero destinati gli eventuali introiti aggiuntivi. I cittadini non potrebbero sopportare che i maggiori ricavi servano per aumentare spese inutili o appalti esterni”. (A.T.)