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ETNO, lettera aperta alla presidenza greca dell’Ue: regole uguali per tutti per spingere gli investimenti

Europa


Luigi Gambardella

Per fare dell’Europa un continente più smart – in cui tutto e tutti siano connessi – è necessaria un’attenta revisione delle regole del settore delle comunicazioni elettroniche. Una revisione che prenda in considerazione “la rapida evoluzione del panorama ICT e l’emergere di nuovi servizi, così da stabilire in che modo l’attuale quadro regolamentare delle tlc debba essere modificato per rispondere a un ambiente in continuo mutamento”. E’ questo il principale messaggio contenuto in una lettera inviata dal presidente del board di ETNO Luigi Gambardella al ministro delle telecomunicazioni greco Michalis Chrisochoidis e in cui si sottolinea, tra le altre cose, che le nuove regole dovrebbero rispondere all’obiettivo primario “di rilanciare gli investimenti nelle reti a banda larga di nuova generazione” e di garantire che tutte le imprese del settore siano sottoposte a norme uniformi.

 

Nella sua lettera, ETNO manifesta innanzitutto la volontà di collaborare con la presidenza greca per accelerare l’elaborazione di misure “essenziali per la società e l’economia europee” e si impegna a cooperare nel lavoro di revisione di medio termine dell’Agenda digitale europea. Il 2014 sarà infatti un anno cruciale per la costruzione di un’Europa più smart e tutti – ETNO compresa – dovranno fare la loro parte perché questo avvenga.

 

In particolare, bisognerà lavorare per fare in modo che tutti gli attori della catena di valore giochino con le stesse regole: servizi come GChat di Google o Skype, che competono direttamente con quelli offerti dagli operatori, dovrebbero sottostare alle stesse regole e agli stessi regimi fiscali.

Occorre poi, secondo ETNO, rimuovere le normative che non sono più giustificate e creare un quadro regolamentare che guardi anche alle sinergie con le politiche di altri settori, riconoscendo che c’è bisogno di norme uniformi in materia di protezione dei dati, copyright e in ambito antitrust.

“Tutti questi elementi messi insieme possono contribuire a liberare il potenziale del settore europeo delle telecomunicazioni e gli investimenti nelle reti del futuro”,  si legge nella lettera di ETNO alla presidenza greca.

 

Gli operatori tlc, sottolinea l’associazione, sono quelli che gestiscono la ‘spina dorsale’ della rivoluzione digitale, ossia le reti fisse e mobili che trasportano ogni giorno le comunicazioni di centinaia di milioni di persone, aziende, governi e che sono alla base dei servizi cloud, di eHealth, di eGovernment e tanti altri. Un traffico immenso di informazioni, destinato a crescere in maniera esponenziale: nel 2017, secondo recenti stime, il traffico IP globale raggiungerà 1,4 zettabytes all’anno e non sarà generato soltanto dagli ‘umani’ ma anche e sempre di più dagli oggetti connessi alla rete, nel cosiddetto ‘Internet delle cose’.

 

Per tenere il passo di questi cambiamenti, sono essenziali politiche e normative adeguate ed ETNO si è detta positivamente colpita dal fatto che la presidenza greca abbia posto diversi temi legati all’ICT – inclusi la  Connected Continent Regulation e il Regolamento sulla riduzione dei costi della banda larga – in cima alla sua lista di priorità.

 

“ETNO sta lavorando con tutte le parti interessate per contribuire al miglioramento di queste misure così che possano servire all’obiettivo generale di incrementare gli investimenti nelle reti di nuova generazione. Affinché la Ue soddisfi il crescente bisogno di reti ad alta velocità, è necessario un contesto politico in grado di attrarre gli investimenti privati”, spiega l’associazione

Non basta, insomma, limitarsi a modificare le regole del passato perché “il tradizionale paradigma di regolamentare solo le reti non risponde più alla sfida titanica di connettere tutte le nostre società e le nostre economie e di assicurare l’interoperabilità dei dispositivi e l’accessibilità e la portabilità dei contenuti”. Per indirizzare il futuro digitale dell’Europa e fare in modo che sia l’Europa leader del cambiamento, bisogna, dunque “pensare fuori dagli schemi” e la revisione intermedia della Digital agenda offre l’occasione unica di portare avanti politiche lungimiranti in grado di riflettere il potenziale dei servizi telecom e ICT e di traghettare l’Europa in un futuro davvero digitale.

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