Italia
Piano nazionale frequenze di nuovo nel caos, a causa del provvedimento contenuto nel decreto “Destinazione Italia”, che prevede la dismissione delle frequenze televisive di casa nostra che creano interferenze accertate nei confronti di paesi confinanti con l’Italia. Interferenze accertate sulla sponda adriatica, con Slovenia, Croazia e Malta che hanno presentato formali proteste nei confronti del nostro paese. All’origine del provvedimento, in discussione alla Camera, quindi, il mancato coordinamento internazionale delle risorse frequenziali assegnate in passato in Italia.
Emittenti locali sul piede di guerra, anche perché la nuova rottamazione, secondo il decreto attualmente in prima lettura alla Camera che sarà votato entro il 22 febbraio prossimo, prevede la “rottamazione” volontaria delle frequenze televisive italiane che creano interferenze accertate con i paesi confinanti entro la fine del 2014, a fronte di un indennizzo di 20 milioni di euro. Un indennizzo giudicato insufficiente dalle emittenti, per compensare i danni subiti dagli operatori di rete che saranno colpiti dal provvedimento di sfratto.
Non si può pensare che dopo che lo Stato ha assegnato delle frequenze con diritto d’uso ventennale all’improvviso il Ministero si svegli e annulli decisioni prese nel 2008. E’ questa la posizione di Aeranti-Corallo, l’associazione che rappresenta l’emittenza locale, nei confronti del Decreto legge 145/2013 “Destinazione Italia” che, all’articolo 6 commi 8 e 9, prevede la “rottamazione” di diverse frequenze televisive che generano interferenze internazionali, in particolare nei confronti di paesi che si trovano al di là dell’Adriatico.
Nemmeno l’indennizzo economico di 20 milioni previsto nel “Destinazione Italia” come compensazione per le emittenti che saranno “sfrattate” dall’etere è adeguato a compensare il danno arrecato alle aziende televisive che saranno colpite dal provvedimento, aggiunge Aeranti-Corallo. Nei prossimi giorni l’associazione coordinata da Marco Rossignoli ha messo in cantiere una serie di interlocuzioni e consultazioni con Ministero e Parlamento, per mitigare gli effetti del provvedimento sul comparto. Troppi i lati oscuri di questa vicenda, che di fatto crea nuove incertezze sul piano nazionale delle frequenze, già ritoccato lo scorso anno per liberare risorse sui 700 Mhz da destinare alla banda larga mobile e superare il rischio di procedura d’infrazione da parte dell’Ue che pende sul nostro paese.
A quanto si apprende, domani è previsto un incontro ad hoc in Agcom fra le parti per discutere la situazione che si è venuta a creare in Sicilia. Fra le ipotesi che circolano c’è quella di diminuire di una il numero di frequenze assegnate alle emittenti locali. In totale, le emittenti coinvolte a livello nazionale sono circa 300, considerate le 18 frequenze assegnate nelle 21 regioni del paese. C’è però da dire che il piano nazionale delle frequenze del 2010 prevedeva già dei vincoli e delle graduatorie chiare, e che quindi le emittenti sapevano già che le cose potevano cambiare in linea con quanto previsto oggi dal decreto “Destinazione Italia”.
A gettare la piccola emittenza nel caos il timore che in futuro il piano nazionale delle frequenze possa nuovamente essere messo in discussione, nel caso non troppo remoto di nuove e imprevedibili proteste estere, che potrebbero arrivare da altri paesi confinanti come ad esempio la Francia o la Tunisia. Paesi che finora non hanno presentato formale protesta, ma che potrebbero farlo visto che molte delle frequenze assegnate alle tv locali in Italia non sono state coordinate con i paesi confinanti.
“Gli interventi come quelli del Decreto ‘Destinazione Italia’, che modificano ancora una volta gli scenari del comparto, causano una situazione di incertezza permanente che impedisce alle imprese di pianificare la propria attività a medio e lungo termine”, ha detto il coordinatore di Aeranti Corallo Marco Rossignoli.
Entro il prossimo 23 gennaio è prevista l’emanazione di un decreto attuativa, che stabilisca i criteri di assegnazione dell’indennizzo per il rilascio volontario delle frequenze causa di interferenze. Impossibile ad ora quantificare il numero di emittenti che saranno coinvolte nella nuova rottamazione. Nel procedimento sarà coinvolta anche l’Agcom, che avrà il compito di aggiornare il piano frequenze togliendo quelle fonte di disturbo per i paesi vicini e aggiungendone altre. “Non è chiaro – aggiunge Rossignoli – se la liberazione delle frequenze debba avvenire necessariamente attraverso la dismissione di quelle interessate dalle interferenze, ovvero anche, eventualmente, attraverso la dismissione di altre frequenze e la successiva riassegnazione della stessa”. Insomma, c’è il rischio di una nuova asta frequenze, mentre l’Italia ancora attende da prima dell’estate il responso dell’Ue per quanto riguarda l’ex beauty contest, finito nel dimenticatoio.