Stati Uniti
I legali delle principali associazioni che promuovono privacy e i diritti civili negli Stati Uniti si sono riuniti oggi alla Casa Bianca per discutere con il rappresentante legale del governo, Kathryn Ruemmler, di una possibile riforma del sistema di spionaggio usato dalla National Security Agency (Nsa). L’incontro arriva nei giorni in cui il presidente Barack Obama deciderà se modificare o meno le modalità di raccolta dati dell’agenzia d’intelligence, dopo lo scandalo Datagate fatto scoppiare dalle rivelazioni dell’ex informatico dell’agenzia, Edward Snowden.
E’ probabilmente la loro ultima possibilità di convincere Obama a fermare lo spionaggio di massa di telefonate e comunicazioni Internet da parte dell’Nsa. Il presidente ha già fatto sapere che comunicherà le sue decisioni in merito prima del 28 gennaio, data in cui è previsto il discorso alla Nazione. Domani invece incontrerà un’altra volta la delegazione di gruppi hitech per avere un nuovo confronto sulla questione della raccolta di metadati.
Le associazioni per le libertà civili – tra cui l’American civil liberties union, l’Electronic privacy information center e l’Open technology institute – temono che le modifiche che Obama proporrà possano essere solo cambiamenti di facciata, piuttosto che una riforma radicale. I legali delle associazioni a difesa della privacy, che non si oppongono all’accesso dell’Nsa ai dati telefonici, propongono invece una disposizione che preveda, eccetto casi estremi, la necessità di un’autorizzazione di un tribunale per poter
consultare i tabulati.
A dicembre un comitato di esperti istituito dal presidente ha pubblicato un documento con 46 raccomandazioni per arrivare a una modifica delle leggi che regolano lo spionaggio. Adesso Obama sta valutando tutte le opzioni, ascoltando le varie voci per poi prendere una decisione definitiva.
Secondo il Wall Street Journal, Obama sta meditando l’allargamento della tutela della privacy ai cittadini non americani e sta seriamente pensando ad una radicale riforma delle intercettazioni in capo all’Nsa, finita nell’occhio del ciclone dopo lo scandalo Datagate. Applicare ai cittadini non americani le stesso norme sulla privacy finora destinate soltanto ai cittadini Usa sarebbe un cambiamento epocale, impensabile prima delle rivelazioni di Edward Snowden.
Intanto, il Pentagono in un comunicato ha reso noto che l’ex tecnico della Nsa Edward Snowden, “ha trafugato un totale di 1,7 milioni di documenti top secret dell’intelligence
statunitense”.
Il Pentagono ha quantificato per la prima volta, anche se solo numericamente, “la portata del danno causato dalla diffusione di informazioni riservate, di importanza
strategica per la sicurezza nazionale”.
La fuga di notizie riservate, tra le situazioni di pericolo, “mette a rischio la presenza militare degli stati uniti in tutto il mondo”. Edward Snowden si trova in asilo politico temporaneo in Russia, della durata di un anno. (P.A.)