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Entra nel vivo il dossier di Mediaset riguardante la fusione delle pay Tv in Italia e Spagna, annunciata a sorpresa il 18 dicembre, che potrebbe chiudersi entro il prossimo giugno.
Dall’annuncio il titolo di Mediaset ha guadagnato quasi il 32% e continua il suo rally a Piazza Affari, dove oggi nel pomeriggio guadagnava il 5,08% a 3,84 euro sulla scia dei presunti interessi già manifestati da broadcaster europei e fondi Usa che sarebbero pronti a valutare l’operazione di fusione.
Mediaset aveva già reso noto a più riprese nel 2012 di essere stata avvicinata da soggetti interessati a partnership nella pay che mai però si sono concretizzate.
L’operazione punta a creare una nuova società con il 100% di Mediaset Premium (Italia) e il 22% di Digital+ (Spagna) e successivamente l’apertura del capitale a nuovi soci industriali o finanziari.
Alla NewCo potrebbero essere interessati molti big del settore media. Oltre alla francese Canal+, alla tedesca Rtl, alla qatariota Al Jazeera e alla spagnola Telefonica, anche i fondi di investimento internazionali BlackRock, Kkr e Permira potrebbero farsi avanti.
Il cantiere è entrato nel vivo. Mentre Mediaset inizia a definire i paletti – soprattutto economici – del progetto Premium, scrive MF, alla porta di consulenti e banchieri d’affari stanno bussando i potenziali interessati. Il quotidiano aggiunge che il mercato televisivo spagnolo, cui sarebbe interessato anche Rupert Murdoch, è balzato a dicembre del 16% su anno.
Potrebbe però esserci allo studio un’altra pista. Secondo alcuni osservatori, Mediaset potrebbe, una volta realizzata l’integrazione, allearsi con Telefonica per rilevare il resto di Digital+, (di cui anche Telefonica detiene il 22%) adesso controllata al 56% da Prisa, editore di El Pais, che da qualche mese ha iniziato a valutare la vendita della quota di riferimento al fine di ridurre il forte indebitamento di gruppo.
Pare che già Telefonica abbia presentato un’offerta, ritenuta però insoddisfacente. Sia Mediaset sia Telefonica detengono un diritto di prelazione sulla quota di Prisa.
Aggiungiamo, però, una nuova tessera al puzzle, Al Jazeera, e offriamo una diversa chiave di lettura di quello che potrebbe succedere.
Mediaset ha da tempo qualche problema con la sua pay Tv Premium e al contempo sta cercando di valorizzare la piccola quota che possiede in Digital+. Si vocifera da un po’ della possibile vendita di Premium e di trattative con operatori stranieri tra cui Al Jazeera che però non è interessata, avendo già investito in Francia dove possiede la pay Tv BeinSport. Tra l’altro la cifra richiesta da Mediaset, secondo voci, si aggirerebbe intorno ai 750 milioni di euro, un po’ troppi.
Tra l’altro se la Tv araba volesse entrare in Italia, lo farebbe magari comprando pregiati diritti sportivi, sottraendoli a Sky Italia.
L’ipotesi potrebbe allora essere allearsi con Telefonica e rilevare l’intera Digital+ per poi mettere in vendita un bel ‘pacchetto’ contenente la pay Tv italiana e quella spagnola.
La cosa diventerebbe allora interessante per Al Jazeera che rafforzerebbe la sua posizione sul mercato della tv a pagamento con avamposti in Francia, Italia e Spagna. Mediaset potrebbe anche pensare a un’asta e quindi potrebbe entrare in campo anche Sky per impedire l’eventuale avanzata di Al Jazeera.
“La forte reazione positiva del titolo a seguito dell’annuncio del progetto di separazione della pay Tv è giustificata, oltre che dai potenziali sviluppi speculativi (ingresso di nuovi partner), dalla possibilità di allentare le pressioni sui margini legate all’evoluzione del business Pay italiano (base abbonati stabile a fronte di possibili nuovi incrementi dei costi per i diritti sul calcio)”, commenta in una nota Icbpi. “Le attuali quotazioni – conclude – ci sembrano però piuttosto generose, in considerazione della limitata visibilità sull’impatto della separazione delle attività pay sulla redditività delle attività italiane”.
In linea Mediobanca Securities: “Abbiamo apprezzato l’ipotesi di separazione della pay Tv perché permetterebbe a Mediaset di mettere fine alle perdite sul settore migliorando la redditività complessiva delle attività italiane. C’è una chiara necessità di capitali freschi per sostenere i costi crescenti dei diritti Tv per contenuti di pregio in Europa (soprattutto lo sport) e in Spagna, dove Prisa prima o poi venderà la sua quota di maggioranza di Digital plus. Detto ciò, sottolineiamo che il titolo è cresciuto in meno di un mese del 27%, il che significa un aumento della capitalizzazione di 900 milioni: quasi il doppio del fair value degli asset (valutati circa 550 milioni) e della valutazione sulla somma delle parti di 275 milioni. Oltretutto, al più presto, l’operazione potrebbe essere finalizzata entro la fine dell’anno“.