Francia
La guerra dei prezzi in Francia innescata dall’operatore low-cost Free Mobile, che in due anni di attività ha raggiunto quota 7 milioni di clienti, pesa eccome sulle spalle degli operatori tradizionali. Orange, SFR e Bouygues sembrano impreparati a rispondere all’offensiva in grande stile avviata dal gestore che fa capo a Iliad, guidata dal miliardario Xavier Neil. E per ora i richiami dell’Eliseo, che controlla una quota del 27% in Orange, non sono serviti a bloccare la politica super aggressiva di Free.
Oggi il Financial Times punta i riflettori proprio sul mercato del mobile in Francia, prendendo atto del fatto che la guerra dei prezzi si è estesa anche al 4G, con il pacchetto super conveniente lanciato dall’operatore poco prima di Natale. Un momento delicato della stagione, nel quale gli operatori di solito fanno il pieno di incassi. Ma non questa volta, almeno nel caso dei competitor tradizionali – Orange, SFR e Bouygues – costretti a rincorrere la lepre Free nella corsa al taglio tariffario.
E dire che già da due anni il taglio dei prezzi 3G ha contagiato tutti i player francesi del mobile. Questa settimana Orange, il maggior operatore francese, ha intenzione di tagliare a 24,99 euro mensili il suo pacchetto economico, e lo stesso farà la settimana prossima SFR (gruppo Vivendi).
Da quando Iliad ha lanciato Free Mobile sul mercato, nel gennaio del 2012, il titolo Orange (ex France Telecom) ha perso sul terreno il 24% del suo valore, sottolinea il Financial Times. Nello stesso periodo, il titolo Iliad ha guadagnato il 64%.
L’aspetto che più preoccupa gli operatori tradizionali, rileva il Financial Times, è che con la guerra dei prezzi estesa al 4G, viene intaccato anche il business che nei piani degli operatori avrebbe potuto rimettere in sesto le loro casse. E nel frattempo l’Arpu (average revenues per user) continua a diminuire, a differenza degli Usa, dove segue un trend opposto: secondo l’analista Robin Bienenstock di Bernstein, il ricavo medio per utente calerà nel 2014 tra il 7 e il 9 per cento, dopo essere sceso lo scorso anno dell’11%.
Le conseguenze di questa ‘guerra dei prezzi’ non potranno non farsi sentire sul versante dell’occupazione e degli investimenti. Lo avevano fin da subito paventato gli operatori tradizionali e i loro timori sono stati ripresi anche dal ministro all’Industria Arnaud Montebourg che, all’indomani della presentazione della dirompente offerta 4G di Free, aveva sottolineato su Twitter che “l’eccessivo low-cost di Free Mobile porterà alla distruzione di altri posti di lavoro nel settore delle telecom”.
Immediata la risposta di Niel che, dati alla mano, ha ricordato al ministro che dal 2009 nelle tlc sono stati creati 5 mila posti di lavoro.
La tensione tra gli operatori è palpabile come dimostra lo scambio di accuse al vetriolo tra Niel e il presidente di Orange, Stephane Richard.
Quest’ultimo è convinto del fatto che sul lungo periodo gli utenti capiranno che la qualità del servizio offerto da Free – che ha solo 800 torri contro le 4mila di Orange e le oltre 5mila di Bouygues – non è comparabile a quella degli operatori tradizionali e si rivolgeranno altrove.
Una previsione che, però, si scontra con gli aggressivi piani dell’operatore low-cost che punta a investire in infrastrutture il 25% dei ricavi per raggiungere una copertura pari al 75% della popolazione entro il prossimo anno e realizzare – lungo un periodo di sei-sette anni – una rete che “i concorrenti hanno impiegato 15 anni a costruire”, come ha fatto notare il CFO di Free, Thomas Reynaud.
Una guerra, insomma, senza esclusione di colpi di cui ad avvantaggiarsi sono senza dubbio i clienti, che sotto l’albero hanno trovato non solo l’offerta 4G allo stesso prezzo di quella 3G, ma anche una sorpresa aggiuntiva da parte di Free: un pacchetto dati gratuito da 20Gb, pari a 7 volte l’offerta dei concorrenti.