Cina
La ‘storica’ decisione del governo cinese di abolire il divieto di importare console nel paese ha fatto balzare in Borsa il titolo di Nintendo, uno tra i nomi più importanti del settore.
La caduta del divieto, in vigore da quattordici anni, apre in effetti enormi opportunità ai protagonisti del gaming come, appunto, Nintendo, Microsoft e Sony, anche se ottenere l’autorizzazione per vendere le console non sarà comunque un processo troppo semplice.
Pechino non ha infatti fornito dettagli sulle condizioni e i requisiti necessari per entrare nel mercato. Nel suo annuncio si limita a precisare che la decisione di sospendere il bando sulle console rientra nelle iniziative sulla free trade zone di Shanghai, un’area di libero scambio inaugurata lo scorso settembre e che negli obiettivi del governo servirà anche per togliere a Hong Kong il ruolo di porta d’accesso al mercato cinese.
Poco o nulla, insomma, è stato aggiunto a quello che il Consiglio di Stato rese noto a settembre e cioè che le aziende straniere attive nella vendita e della produzione di console all’interno della free trade zone potranno vendere i loro prodotti in Cina, previa approvazione di ogni modello da parte del Ministero della cultura.
L’euforia sul titolo del gigante giapponese del gaming è comunque plausibile, viste le opportunità legate al business in quello che è il maggiore mercato mondiale dei videogame in termini di ricavi dopo gli Usa e il Giappone.
“Il mercato cinese ha un enorme potenziale e ci piacerebbe vendere le nostre console se si presenterà l’opportunità, ma al momento non abbiamo in programma piani concreti”, ha spiegato un portavoce di Sony al Wall Street Journal.